Nel corso di un’intervista, l’amministratore delegato ha confermato di aver raggiunto l’intesa con il tecnico esordiente.
La prima stagione di Raffaele Palladino da allenatore professionista è, senza mezzi termini, straordinaria. Chiamato ad estrarre il Monza dalle sabbie mobili – nelle prime sei giornate di campionato aveva raccolto un solo punto – il tecnico, neanche quarantenne, ha raccolto dei risultati ben oltre le aspettative.
Quando è stato presentato da Adriano Galliani nella conferenza stampa del 14 settembre scorso, l’amministratore delegato ha paragonato, per coraggio, questa decisione a quella di affidare la panchina del Milan ad Arrigo Sacchi, nel lontano 1987.
Per quanto l’ex giocatore nativo di Mugnano di Napoli abbia «le stimmate del grande allenatore», nessuno poteva immaginare che il suo impatto fosse così forte. La rosa dei brianzoli è stata costruita per non essere una semplice neopromossa, un valore che Stroppa non è stato in grado di far emergere e Palladino sì.
Dal suo arrivo, il Monza è la settima migliore squadra della Serie A per rendimento. Ha raccolto 43 punti in 26 giornate, gli stessi del Milan di Stefano Pioli.
Le tre vittorie consecutive contro Inter (a San Siro), Fiorentina e Spezia, sono valse a Palladino il titolo di Miglior Allenatore del Mese di Aprile, il premio assegnato dalla giuria composta da Direttori di testate giornalistiche sportive. Ma non è l’unica novità delle ultime ore che lo riguarda.
Nel corso di un’intervista rilasciata all’ANSA, Galliani ha annunciato che il tecnico resterà all’U-Power Stadium anche nella prossima stagione: «Con Palladino ci siamo stretti la mano, resterà un altro anno al Monza. Nella prossima settimana ci incontreremo, vedrete che si troverà l’accordo per prolungare. Non abbiamo mai parlato di soldi, ma confido ragionevolmente che Palladino resti».
Nello scorso weekend il Monza ha ufficialmente raggiunto la matematica salvezza, grazie ai gol di Patrick Ciurria e Carlos Augusto contro lo Spezia. Il traguardo della permanenza in A comporterà uscite economiche per circa 45 milioni di euro, tra riscatti di cartellini e bonus.
La società di Berlusconi aveva inserito in diverse operazioni di mercato una clausola che avrebbe previsto l’obbligo di riscatto del giocatore, in caso di salvezza. Si tratta di: Gianluca Caprari (8 milioni, più uno di bonus), Alessio Cragno (3,6 milioni), Pablo Marì (5 milioni), Matteo Pessina (15 milioni), e Andrea Petagna (10 milioni, più 1,5 di bonus).