Dopo settimane di indiscrezioni, colloqui e ritiri, il club londinese ha finalmente scelto chi si siederà sulla panchina di Stamford Bridge, dalla prossima stagione.
I tifosi del Chelsea non dovranno patire ancora a lungo, la stagione sta per volgere al termine. Le prossime tre partite sono tremende – Manchester City, Manchester United e Newcastle – ma nulla che possa accedere nei prossimi 270 minuti sposterà di una virgola il giudizio finale.
Dodici mesi folli, iniziati con la cessione del club a Todd Boehly e terminati con quattro allenatori diversi. Nel mezzo, le enormi aspettative corredate da un mercato altrettanto enorme, in cui sono stati battuti tutti i record in termini di spesa complessiva per trovarsi con un pugno di mosche tra le mani.
Il casting per la panchina dei blues è di gran lunga la cosa più intrattenente che abbia riguardo i londinesi, in quest’annata. Sembrava che fosse a una corsa a due tra Luis Enrique e Julian Nagelsmann, entrambi incontrati ad aprile per un colloquio conoscitivo ed entrambi, ad un certo punto, fuori dalla gara. Il tedesco per propria volontà.
La scelta, alla fine, è ricaduta su Mauricio Pochettino. L’allenatore argentino era stato già contattato dalla dirigenza a fine agosto, quando era ormai chiaro che il rapporto con Tuchel non sarebbe proseguito a lungo. L’ex Tottenham non aveva accettato l’incarico a stagione in corso, preferendo restare fermo un stagione per ricaricare le pile.
Ma il tarlo di arrivare a Pochettino non ha mai abbandonato il Chelsea. Le due parti hanno ormai raggiunto l’intesa e già entro la fine di questa settimana è atteso l’annuncio ufficiale. Secondo le indiscrezioni che arrivano dall’Inghilterra, l’accordo dovrebbe essere su base triennale.
L’ultimo incarico di Pochettino è stato al Paris Saint-Germain, da cui è stato esonerato nonostante aver portato a casa la Ligue 1. La stessa fine che è toccata al suo predecessore, Tuchel, e che toccherà al suo successore, Galtier.
Nonostante in Francia abbia vinto un campionato, il merito più importante che viene riconosciuto al tecnico argentino è quello di aver reso il Tottenham competitivo ai piani alti della Premier League. Nelle cinque stagioni piene sulla panchina degli Spurs è sempre arrivato tra le prime cinque della classe e nel 2019 ha sfiorato la Champions League, persa contro il Liverpool.