L’ombra del doping ha mai abbandonato veramente Alex Schwazer con presunte guarigioni e tristi ricadute, il destino dell’atrleta sembra ormai segnato: la Federazione Internazionale di Atletica Leggera (Iaaf) ha sospeso con effetto immediato le attività del corridore azzurro.
L’altoatesino era risultato positivo ad un esame antidoping effettuato a inizio anno. Da parte sua erano state richieste allora delle controanalisi, ma anche le ultime rilevazioni (quelle del cosidetto “campione B”) hanno confermato i risultati scaturiti dai primi test: il doping c’è. Ciò significa che Alex Schwazer non potrà più partecipare alle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro.
(la conferenza stampa della prima squalifica)
«Non avevamo dubbi della conferma delle prime analisi perché crediamo nel laboratorio di Colonia, ma questo non conta perché si tratta di una positività costruita a tavolino. Alex è un atleta pulito vittima di un vile agguato», ha dichiarato deluso e arrabbiato Sandro Donati, allenatore del marciatore altoatesino, non appena appresa la notizia.
Dalla parte di Schwazer si è schierato anche il suo legale Gerhard Brandstaetter: «Cercheremo immediatamente di impugnare la sospensione». E Bruno Cappello, presidente della Fidal altoatesina, ha espresso da parte sua pieno supporto all’atleta: «Si tratta solamente di una frode ben fatta. Difendo Alex perché lui si è messo nelle mani di Donati, che non è uno qualunque. Alex non può essersi dopato perché ha accettato di sottostare a un protocollo severissimo».
Francesco Giubilini