L’ultima volta fu a Madrid. E fu triplete. Anche adesso l’avversaria di Champions League è di grido, si conosce, non ancora lo stadio dove si giocherà la finale.
Un triplete per due. Tecnicamente diverso, ma sempre triplete si può chiamare. Sia Inter sia Manchester City hanno già into un trofeo. La Beneamata a Riad ha alzato la Supercoppa italiana, tra l’altro contro gli odiati arcinemini sportivi del Milan.
Il Manchester City è diventato campione d’Inghilterra senza giocare: al City Ground di Nottingham, la resa di un enorme Arsenal, segna Taiwo Awoniyi, Gunners battuti 1-0.
L’Inter può alzare la Coppa Italia dopo il trionfo nel derby d’Italia contro la Juve, pari thrilling allo Stadium, successo strameritato, anche se di misura, al Meazza di San Siro. Solo la Fiorentina può negare la coccarda tricolore ai nerazzurri.
Anche il Manchester City è in finale di FA Cup: una settimana prima della finale di Champions League, incrocerà a Wembley i destini dei cugini del Manchester United, che hanno tre motivi per dare il fritto. I Red Devils devono salvare una stagione anonima tendente al fallimentare, iniziata con Cristiano Ronaldo e tante illusioni sgretolatosi cammin facendo. E’ un derby sentitissimo e, particolare da non sottovalutare, in Inghilterra solo il Manchester United è riuscito a fare “treble”, nel 1999 ai tempi di Sir Alex Ferguson.
Con queste premesse il 10 giugno Inter e Manchester City scenderanno in campo: Inzaghi è il re di coppe in Italia ma non ha mai alzato la Champions, Pep Guardiola non l’ha mai fatto con i Citizens e quest’obiettivo sta diventando ossessione.
Il 10 giugno si saprà chi farà triplete, se sghimbescio come quello nerazzurro, oppure storico come quello del Manchester City. Ma dove si giocherà la finale di Champions League? Ufficialmente allo Stadio Olimpico Ataturk. Già, ufficialmente.
Non arrivano segnali confortanti infatti dalla UEFA. Ceferin, infatti, sta monitorando la situazione politica di una Turchia in fermento, per capire come si evolverà il ballottaggio per l’elezione del presidente della Repubblica, in programma il 28 maggio.
E’ una situazione borderline, in bilico: dopo 20 anni di “regno”, Recep Erdogan potrebbe essere sconfitto da Kemal Kilicdaroglu, di estrazione completamente opposta. Con tutto ciò che ne consegue. Tralasciando la questione politica e concentrandosi su quella sportiva, la UEFA ha comunque il piano B. B come Budapest, sede tra l’altro della finale di Europa League tra Roma e Siviglia. L’ipotesi di spostamento, va detto, è remotissima e non ci sono allarmi per il momento, ma quel piano B intanto sta lì, pronto a scattare. Nel caso.