Allarme rosso in MotoGP: lite tra i team | Sta succedendo una guerra interna
I primi test di Sepang vanno presi con le pinze. Sette ducatisti nei primi dieci sono una cartina di tornasole di ciò che è lo stato attuale delle cose, poco altro.
Sicuramente le case giapponese partono in salita. Il decimo posto di Marc Marquez non può soddisfare la Honda, peggio ancora la Yamaha.
Ma a poco più di un mese dall’inizio del campionato mondiale di MotoGP, in programma a Portimao nell’ultimo week end di marzo, foschi nubi si addensano sulle certezze della nuova stagione.
Nuovo come il format delle gare. La Moto GP, infatti, ha deciso di introdurre le Sprint Race: gare breve nelle quali non solo verrà stabilita la griglia di partenza, ma verranno assegnati punti per il Mondiale piloti e Costruttori.
Sì’, proprio come accaduto nelle ultime due stagioni in Formula Uno, ma con una grande, gigantesca differenza: nelle quattro ruote saranno nuovamente circa un quarto del numero totale di eventi, 23. Nelle due ruote, ogni settimana ci sarà una Sprint Race, con tutto ciò che ne consegue.
L’introduzione del nuovo formato è stata una sorpresa per i piloti quando fu annunciato lo scorso anno, nessuno si aspetta che tutti i 21 Gran Premi avrebbero avuto una corsa breve come comun denominatore.
Team colti di sorpresa
Il via libera è stato dato dai promotori della serie Dorna Sports e dall’organo di governo della FIM al Gran Premio d’Austria dello scorso anno, ma in un periodo, nonché contesto storico, nel quale la maggior parte delle case motociclistiche aveva già stipulati contratti per il 2023, senza metterci le Sprint Race.
Così la domanda sorge spontanea: come verranno ripartiti i premi, al netto dei punti? Secondo sia Autosport che Motosport i team della MotoGP sarebbero ad oggi in disaccordo sui pagamenti dei bonus per le gare sprint.
L’idea iniziale
Gli ultimi test di Sepang che hanno visto in grande spolvero la Ducati, è stata anche l’occasione per parlare della ripartizione dei premi, cercando soluzione consensuale da parte dei team stessi. Ma a quanto pare non si è ancora trovata la quadra.
Autosport rivela che l’idea iniziale era quella di istituire un fondo comune diviso equamente in due filoni: una metà sarebbe stata pagata dai team in parti uguali, mentre l’altra metà sarebbe stata pagata dalla Dorna. Ma ad oggi ancora non si sa se questa idea può essere perseguibile. Eppure una soluzione va trovato, marzo è ormai alle porte.