Doppia copertina da Madrid: Ancelotti accetta la corte del Brasile e il Real già pensa al nuovo allenatore, mentre tiene banco la vicenda Mbappé.
Ci mancavano soltanto le parole al vetriolo dello Sceicco, che ha gettato benzina sul fuoco nel giorno della presentazione ufficiale di Luis Enrique come nuovo allenatore del PSG, con il quale ha firmato un contratto fino al 2025.
La presentazione di Lucho (così come veniva chiamato amichevolmente ai tempi italiani della Roma) è ben presto passata in secondo piano: ci ha pensato Nasser Al-Khelaifi, numero uno dei parigini, a conquistare il proscenio. Chi lo aveva immaginato alquanto adirato, aveva la fonte giusta.
“Se Kylian Mbappè vuole restare, e noi vogliamo che resti, deve firmare il rinnovo di contratto”. Profumano di diktat le parole dell’emiro nei riguardi della sua stella, che nei mesi scorsi ha infiammato il mercato mandando una mail ufficiale nella quale confermava di non voler usufruire della clausola di estendere il suo contratto, che scade nel 2024, di un’altra stagione.
“Non lasceremo andar via a parametro zero uno dei migliori giocatori al mondo – continua Nasser Al-Khelaifi – aveva detto in passato che non sarebbe mai partito gratis. Se qualcuno gli ha fatto cambiare idea, non è colpa mia“. Ogni riferimento a Florentino Perez è puramente casuale. Un Florentino Perez che per il momento sta zitto, guardando alla finestra la “guerra interna” tra un campione che a Parigi sta avendo tanti mal di pancia, e un presidente adirato per la grande vendetta di un Real Madrid pronto a prenderlo a gennaio, senza dare un euro al PSG.
Ma il Real Madrid deve pensare ad altro, perché Carlo Ancelotti allenerà il Brasile a partire dal 2024, debuttando in Copa America. Lo ha confermato alla Cnn il presidente della Confederazione calcistica brasiliana (CBF), Ednaldo Rodrigues, nell’atto di nominare Fernando Diniz come allenatore ad interim per un anno. Re Carlo firmerà un contratto fino al 2026.
Florentino anche in questo caso non ha detto una parola, in primis perché sa bene che Ancelotti è uomo di parola e proverà fino alla fine a vincere con il Real Madrid, sia se dovesse allenare Kylian Mbappé, sia se non dovesse fare in tempo.
Come era scontato che Ancelotti accettasse una corte clamorosa del Brasile, così dovrebbe essere certo l’indiziato numero uno a prendere il suo posto. Da tempo si parla di Xabi Alonso come suo erede designato.
Ha tutte le caratteristiche: è stato un madridista che ha vinto tutto a Chamartìn, un idolo per i tifosi, ma soprattutto l’allenatore del Bayer Leverkusen ha una visione di gioco, votata ad offendere, che calza a pennello per la filosofia dei Blancos, a cui non basta alzare trofeo, ma si deve sempre vincere dando spettacolo in fase offensiva.