Annuncio definitivo: Guardiola-Serie A | Decisione presa
Ha allenato in Spagna, in Germania e sta guidando il Manchester United. Sono in tanti a chiamarlo a gran voce in Italia. E questo Pep Guardiola lo sa.
Se dopo la trasferta di Lipsia il volto era crucciato, la voce intrisa di rimpianti per ciò che poteva e doveva essere, nel ritorno degli ottavi è tutto diverso. Cambiato, positivamente.
E’ un Pep Guardiola sorridente e disponibile, colloquiale e gioviale. Risponde a tutto. Ma proprio a tutto: analizza il ritorno degli ottavi di finale di Champions, spiega perché a tolto Haaland che poteva superare il record dei record di gol fatti in una partita europea, risponde anche alla fatidicia domanda su un futuro in Italia.
Sulla partita ben poco da dire: l’aggregate di Manchester City-Lipsia passa da 1-1 a 8-1. Il 7-0 dell’Etihad è presto spiegato: “Abbiamo disputato una grande partita – spiega – dopo averla sbloccata è stato tutto più facile”.
Inevitabile le domande su Erling Erling Braut Haaland, autore di cinque dei sette gol con cui i Citizens hanno travolto i malcapitati tedeschi, nel ritorno degli ottavi di finale. “Ragazzo eccezionale, con una mentalità strepitosa. Lo voglio coinvolgere sempre di più nel processo del gioco – continua Pep, sorridendo – se avesse battuto il record di Messi, a 22-23 anni la sua vita sarebbe stata noiosa. Ora ha un altro motivo per essere ancora più motivato”.
Pep e l’elogio del Napoli
Impossibile non parlare con Guardiola dell’Italia, per una serie di motivi. Primo, perché lui ha giocato in Italia ai tempi del Brescia, secondo perché è stato sempre affascinato dal calcio di Serie A, e ne tesse magicamente le lodi.
“Ho vissuto due anni in Italia e ho ancora tanti amici, specie a Brescia – dice Guardiola sempre a Sky – De Zerbi sta trasformando il calcio inglese in Premier, facendo un calcio meraviglioso. Si diceva che qui in Inghilterra non si potesse fare, ma lo sto facendo”.
Per me il futuro in Italia
I complimenti si sprecano: “Il Napoli in questo momento è la squadra più forte d’Europa, mi ricorda l’Arsenal. E poi sono tornate Milan e Inter, questo mi fa piacere”.
Parole sincere, per niente ironiche per un allenatore sui generis che ha fatto sempre un tipo di comunicazione “a tono”. Dicendo sempre quello che pensa. Anche se non piace tutto quello che dice: “Tutte le cose belle che succedono all’Italia mi rendono felice. Allenare lì un giorno? Penso che ci verrò solo in vacanza…”.