Il baseball è un gioco molto complesso che in Italia non è molto conosciuto, ma che negli Stati Uniti caratterizza uno degli sport più seguiti e praticati. Il regolamento del baseball, applicato a tutti i livelli professionistici dello stesso, definisce tutte le norme e le disposizioni di ogni singola partita.
Ogni partita di baseball è giocata da due squadre che presentano, entrambe, nove giocatori in campo. Il campo stesso è suddiviso in tre parti: campo interno, che contiene le quattro basi ed è delimitato da linee di foul e dalla divisione terra-erba; campo esterno, caratterizzato dall’area erbosa al di fuori del campo interno; territorio di foul, che si trova oltre le linee di foul del campo esterno.
Sul campo di gioco sono presenti quattro basi, numerate in senso antiorario e definite in maniera differente: le prime tre, chiamate borse, sono cuscini di forma quadrata; la quarta, a forma di diamante, forma – insieme alle altre tre – la forma del campo definita, per l’appunto, “diamante”. Casa base è, invece, un pentagono di gomma.
L’azione base del baseball è così composta: in campo trovano spazio un battitore e un lanciatore della squadra in difesa. Il lanciatore lancia la palla in direzione casa base, dove si trova – accucciato – un ricevitore. Il battitore, invece, posizionato in uno dei suoi box, prova a colpire la palla con una mazza.
Lo scopo della squadra in difesa, in ogni mezzo inning, è eliminare tre giocatori della squadra avversaria, che dovranno lasciare il campo in attesa del loro turno di battuta. Per eliminare un giocatore avversario si possono utilizzare molti metodi, come prendere la palla al volo, colpire un corridore se si è in possesso di palla o eseguire uno strikeout. Dopo l’eliminazione dei tre avversari, c’è il cambio di ruolo tra le due squadre.
Contemporaneamente, la squadra in attacco tenta di segnare un punto: un battitore, dopo aver colpito la palla in modo valido, percorre tutte le basi e infine tocca casa base, diventando corridore, o facendo in modo che un giocatore entri in campo come sostituto corridore. Se un corridore percorre tutte le basi senza essere eliminato, segna un punto.
Una partita di baseball si basa su nove inning, ed è definita dall’azione di diversi arbitri: generalmente sono quattro, anche se in partite più importanti possono essere anche sei.
La squadra difensiva è quella che tenta di impedire alla squadra avversaria di segnare un punto. Esistono nove posizioni difensive, delle quali due sole fisse: lanciatore e ricevitore. Le altre posizioni sono variabili ma, secondo gli schemi tradizionali, sono quelle in prima, seconda e terza base, interbase, esterno sinistro, centrale e destro.
Una squadra in difesa si basa, generalmente, su una strategia difensiva e su una strategia di campo. La prima si basa su una disposizione accurata e precisa dei lanciatori: in passato un lanciatore poteva effettuare fino a cento lanci in una partita, comportando un notevole dispendio fisico e una prestazione gradualmente calante. Con i nuovi metodi e la nuova disposizione di ogni partita, si tende a sfruttare quanto più possibile tutto l’organico dei lanciatori, permettendo prestazioni ottimali da parte di tutti.
In primo luogo vengono utilizzati, quindi, lanciatori di rilievo, che possono poi essere sostituiti in partita, anche durante una giocata: non esistono regole che limitino il numero dei lanciatori, dunque, una squadra può paradossalmente utilizzare tutta la propria formazione solo per il lancio. Ciò significa che sfruttare un numero esiguo di lanciatori è controproducente, nonostante siano – questi – i migliori nel loro settore.
La strategia di campo riguarda, invece, la disposizione dei giocatori in campo in base alle esigenze tecniche e alle varie situazioni di gara: essendo soltanto due, infatti, i ruoli fissi, un allenatore può adottare uno schieramento specifico in base alla situazione richiesta.
La squadra in battuta tenta di segnare dei punti, in base alla metodologia sopraccitata. Ogni squadra manda in campo nove battitori, attraverso un ordine di battuta definito prima dell’inizio del match e soggetto a ben poche modifiche. Una battuta è considerata valida quando il battitore riesce a toccare una base: ottiene, dunque, un singolo se tocca due basi, un doppio se ne tocca due e un triplo se ne tocca tre. Un fuoricampo, invece, permette al battitore di percorrere tutte le basi e di toccare casa base.
Se il battitore non riesce a toccare la palla o a mandarla in un territorio valido, gli viene assegnato uno strike: a seguito di tre strike, viene chiamato strikeout, che sancisce l’eliminazione del battitore. La corsa delle basi è, invece, fondamentale per definire al meglio l’eliminazione o l’assegnazione del punto: quando un battitore diventa corridore e riesce a toccare una base è salvo, mentre se arriva fino alla terza è in posizione di punto. Tuttavia, un corridore può essere eliminato mentre avanza alla base successiva se un avversario in possesso di palla lo tocca, o se arriva sula base solo dopo che vi è stata lanciata una palla.
I corridori possono rubare una base mentre l’avversario sta per lanciare una palla o sta per riceverla: la giocata viene definita pick-off, nel caso in cui abbia successo.
La definizione di inning e la relazione dello stesso con le sostituzioni è importantissima nell’ambito del baseball, perchè definisce anche la squadra vincitrice in casi particolari. Generalmente, una partita di gioca su una durata massima di nove inning, in cui entrambe le squadre hanno un turno di attacco e uno di difesa; la squadra che avrà ottenuto più punti al termine del nono inning sarà la vincitrice della partita.
Nel caso in cui si terminerà con un pareggio, si andrà ad oltranza finchè una delle due squadre non avrà accumulato un valido vantaggio. In teoria, dunque, una partita di baseball potrebbe non finire mai.
In pratica, invece, una partita di baseball finisce nonostante la situazione di parità dopo il nono inning,quando sono terminate tutte le sostituzioni. Queste ultime avvengono quando la palla è morta: un giocatore rimpiazzato non può più tornare in campo.