Più che la sconfitta di San Siro contro un’Inter in formato Champions, in casa Atalanta tiene banco la situazione di Gianpiero Gasperini.
A testa alta. Non è facile di questi tempi giocare con un’Inter in stato di grazia. Vuoi di potenza, vuoi di rimonta, in questo momento i nerazzurri di Simone Inzaghi non ingiocabili, pronti a lanciare il guanto di sfida al Manchester City, stra-favorita per quasi tutti i bookmakers, ma che farebbe bene a non lasciarsi andare a facili entusiasmi, per non finire come il Barcelona di Johan Cruijff nella notta magica di un’altra meneghina, il Milan.
La Dea, comunque, si è arresa con l’onore delle armi al Meazza: non è crollata dopo quel terrificante uno-due Lukaku-Barella (in neanche tre minuti), ha riaperto tutto con Pasalic, senza snaturarsi, accettando perfino il rischiosissimo uno contro uno a tutto campo, in nome della visione di Gasp, sfiorando il 2-2- e non arrendendosi neanche dopo il 3-1 di Lautaro Martinez.
Il gol di Muriel in complicità con Onana (a cui è stato attribuito l’autogol) non è servito per la rimonta, ma ancora una volta ha dimostrato tutta la forza dell’ex provinciale.
E’ stato l’arrivo di Gasp, ormai sette anni fa a togliere quell’epiteto dall’Atalanta, ormai una big del nostro campionato. Ma la domanda gravita da un po’ di tempo a Bergamo. Sarà ancora l’Atalanta di Gasperini.
Soltanto una volta in questi anni, l’allenatore di Gugliasco è stato sul punto di lasciare Bergamo, ai tempi della Roma di Pallotta. L’aveva in pugno prima di quel dietrofront tanto sorprendente quanto romantico. Stavolta, però, sembra diverso.
“Il futuro? Può darsi che sia arrivato il momento… Però è una cosa che valuteremo insieme, con il solito affetto“. Frasi che sarebbero giunte poco dopo il summit di Percassi negli Stati Uniti con Stephen Pagliuca, azionista di maggioranza del club, secondo quanto riportato da Tuttosport.
Ecco quindi che prende quota il pensiero comune che si sta chiudendo uno storico ciclo a Bergamo. Un memorabile ciclo nel quale l’Atalanta ha dimostrato che anche senza i budget da big si può banchettare insieme alle grandi, senza sfigurare. Tutt’altro. Se fosse, è mancato solo un trofeo: lo avrebbero strameritato Gasperini e la sua band.
Se queste indiscrezioni saranno corrispondenti a verità, allora prendere quota un altro rumor, quello riguardante Gerardo Seoane, ex allenatore del Bayer Leverkusen che ha vinto ben tre campionato svizzeri con lo Young Boys. Un profilo che piace alla nuova proprietà. E Gasp? E’ tra i papabili allenatori del Napoli post Spalletti, ma attenzione alla Roma se dovesse perdere Mourinho. Dopo la finale di Europa League, qualcosa uscirà. Per forza.