L’imprenditore napoletano che sognava di giocare nella squadra della sua città e che, alla fine, ha creato la Diego Rodriguez.
Se sei nato a Napoli ed il tuo nome è Diego, non è mai una coincidenza. Il legame tra Maradona e la città campana è e resterà indissolubile, cementato ulteriormente da quando lo stadio San Paolo è stato dedicato a lui, a seguito della sua scomparsa nel novembre 2020.
La storia di Diego Loasses è quella di tanti ragazzi che crescono nei quartieri di Napoli, dove si mangia e respira calcio, lo si gioca tra i vicoli e lo si vive a tinte azzurre. Anche se per lui la passione per ‘o pallone non è stata così scontata come potrebbe sembrare: «Quand’ero piccolo piangevo che non volevo giocare a calcio», ha raccontato ai microfoni di Gianluca Iavarone per La Voce di Napoli. «Mio padre mi portò nel Palazzetto [Palasport di Portici, ndr] ma, una volta cominciato l’allenamento, scappai sugli spalti».
È stato necessario che gli altri bambini lo invocassero a grande voce per convincerlo. Da quel momento, non ha più smesso fino a quando ha scelto di intraprendere un’altra strada, diventando un imprenditore di successo nel campo dell’abbigliamento.
Un sogno interrotto, quello di calciatore, che ha aperto le porte ad un altro ben più importante: la nascita del marchio Diego Rodriguez.
Eppure la sua vita avrebbe potuto intraprendere un percorso completamente diverso. Dopo aver girato diverse squadre della città e aver preso parte alla Rappresentativa Campania Under-14, Loasses all’età di tredici anni avrebbe dovuto entrare nel settore giovanile della Fiorentina, ma un grave infortunio gliel’ha impedito:
«Ricordo che, circa dieci giorni prima di partire per Firenze, durante una partita a Pianura presi una storta alla caviglia. Capii subito che era qualcosa di grave, il dolore era atroce». La rottura dei legamenti della caviglia gli ha impedito di trasferirsi in Toscana e lo ha costretto a fermarsi per sette mesi, ma gli ha anche dato la possibilità di firmare con il Napoli. E per uno nato il 24 aprile 1990 – il giorno del secondo scudetto azzurro – è il massimo, la realizzazione di un sogno.
Il suo legame con la squadra del cuore è proseguito una volta che ha inaugurato il suo brand nel 2010. Diversi giocatori del Napoli, nel corso degli anni hanno vestito Diego Rodriguez: da Lorenzo Insigne a Paolo Cannavaro, passando per Cavani e Hamsik. E la lista potrebbe proseguire ancora.
La scelta del nome deriva dal non voler spezzare quel filo conduttore che lega Napoli all’Argentina. Un’avventura partita dal bagagliaio di una Smart parcheggiata a ridosso del campo d’allenamento della Turris e che si è trasformata in un’azienda di successo.