Una carriera passata in tre campionati europei differenti, con alterne fortune. Ora Diogo dalot ha deciso cosa fare da grande.
Il portoghese nasce con un pallone attaccato al piede e cresce nelle giovanili del Porto. E’ talentuoso perché Madre Natura l’ha dotato di un gran fisico per quelli della sua età, a cui lui abbina una interessante tecnica di base.
Brucia le tappe nel settore giovanile Dragoni perché può giocare indistintamente su entrambe le fasce, in difesa ma anche a centrocampo; è veloce e non lo sposti: sa tirare in porta e fornisce un sacco di assist.
Nel 2017 si allena e debutta già con la Seconda Squadra del Porto, in un amen arriva la promozione coi grandi, dove colleziona subito otto presente. Si accorge di lui niente meno che il Manchester United. José Mourinho non ci pensa due volte, vede quel fisico imponente abbinato a una sempre più interessante tecnica di base, è portoghese come lui e lo fa debuttare subito contro lo Young Boys.
Anche nei Red Devils ci sono tutte le basi per bruciare le tappe, Mou ci crede e lo considera (pubblicamente) tantissimo, ma galeotto fu l’infortunio, che gli impedisce di trovare la continuità necessaria per prendersi definitivamente una maglia da titolare.
Mourinho viene esonerato, arriva Ole Gunnar Solskjaer sulla panchina del Manchester United. Anche il norvegese crede in lui, non a caso nonostante una stagione travagliata, Dalot totalizza 23 presenze: niente male per un classe 1999. Il problema infortuni sono però una costante della sua carriera: altro stop. A singhiozzo la terza stagione. Nel 2020 viene ceduto in prestito al Milan.
In Italia gli infortuni continuano, ma Dalot riesce comunque a trovare continuità, raggiungendo 33 presenze, siglando anche 2 gol e 3 assist. Ma il richiamo dello United è troppo forte, così terminato il prestito e nonostante l’interesse di molte big, il portoghese di Braga decide di tornare a Old Trafford.
Ormai un è Diavolo Rosso a tutti gli effetti, ma il terzino portoghese ha deciso di investire sullo sport che in Italia è moda. Ma non solo. Decisiva la sua amicizia con Paquito Navarro, attualmente numero nove al mondo, nella classifica del World Padel Tour.
I due hanno annunciato l’apertura di un club. Un circolo dove non c’è spazio per il calcio, ma proprio per il padel. “Il Padel Athletic Club non è più un sogno – posta Dalot sui suoi profili – è realtà”. E verrà inaugurato nelle prossime settimane. Chissà che l’aria di quei campi non gli faccia cambiare idea a quel giocatore nato con un pallone tra i piedi e ora con una racchetta da padel in mano.