Il destino toglie, la tenacia, il carattere e l’immensa classe danno. Un anno fa Nole Djokovic fu espulso dall’Australia per non essersi vaccinato, con tanto di “reclusione” in un hotel strapieno di curiosoni.
Un anno dopo il fuoriclasse serbo torna a Melbourne Enzo Couacaud (che gli strappa un set, l’unico), Dimitrov e de Minaur, Rublev e Paul, travolgendo in tre set Tsitsipas nella finale della Rod Laver Arena, conquistando il suo decimo Australian Open.
Le lacrime versate al termine di una finale senza storia, vinta 6-3, 7-6, 7-6, valgono più di mille parole. Molto più del primo posto ritrovato nella classifica ATP e di un primato ora condiviso con Rafa Nadal, a quota 22 Grand Slam.
Sono le lacrime di una persona passata dalle stalle alle stelle, dalle critiche piovutegli per quella sua scelta di non volersi vaccinare, alla gloria propria di chi torna in quel posto da incubo, per trasformarlo in un sogno.
Al Roland Garros, proprio nella terra di Nadal (in Francia vincitore addirittura 24 volte) potrebbe diventare primatista di Grand Slam, ma ci sarà tempo per pensarci, ora è il momento di riavvolgere il nastro, raccontare tutto, confidarsi al mondo intero che lo osanna.
“Non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, ma ho prove mediche che attestano cosa stia vivendo in questo momento e cosa abbia vissuto due anni fa”. Nole si toglie un bel po’ di sassolini dalla scarpe subito dopo la conquista del suo decimo Australian Open. “All’inizio era nervoso – quando ho superato le difficoltà, è stato tutto più facile”.
In finale non c’era suo papà Srdian, “colpevole” dopo aver festeggiato il successo di suo figlio ai quarti contro Rublev con foto e cori filorussi, inneggiando a Putin. “Abbiamo parlato prima del match. Ho pensato che le cose si calmassero con i media e tutto il resto ma alla fine non è andata così. Entrambi abbiamo concordato che sarebbe stato meglio che lui non fosse al match”.
Il suo viso sorridente diventa d’un tratto serio: “Fa molto male, sono consapevole che si tratta di momenti unici e speciali e non è stato facile per lui. L’ho visto dopo il match, non stava benissimo ma alla fine ci siamo abbracciati e ho visto che in fondo ero triste”.
Acqua passata, ci pensa Nadal, proprio lui ha riportare il sorriso sul viso di Nole. “Quello che ha fatto è un risultato straordinario – posta lo spagnolo – molte congratulazioni a te e alla tua squadra! Meritato. Goditelo Nole!”. Già, goditela Djokovic.