Che peccato! La finale anticipata del Roland Garros rovinata dai problemi di un Alcaraz sconfitto da Djokovic, ma comunque indomito.
Ufficialmente la sfida tra lo spagnolo che sognava di prendersi ciò che l’anno scorso è stato del suo connazionale che sognare di emulare, Rafa Nadal, è durata quattro set. In realtà molto meno.
Djokovic parte meglio, è più concentrato, preciso e dinamico. Alcaraz bloccato, quasi timorosi: il 6-3 per il serbo la logica conseguenza degli stati d’animo dei due super tennistica.
Ma Carlos non è un numero uno del mondo a caso, entra bene in partita nel secondo set e la spunta 7-5, riportando la finale anticipata sul set pari, allungando di fatto un match che tutti vorrebbero di fatto durasse ore e ore. Invece no.
Nel terzo set, vuoi per scaramanzia (lo aveva fatto già due anni fa contro Musetti capace di vincere i primi due set) vuoi per qualche bisogno impellente, Djokovic fa una visitina negli spogliatoi, Alcaraz ha problema di natura muscolare, si vede subito, sull’1-1: non è rapido negli spostamenti, non riesce più a muoversi né orizzontalmente (uno dei suoi punti forza) né a livello di avvicinamento verso la rete. Si fa trattare durante il game e quindi cede la battuta a zero.
Ben presto i fischi spariscono, tutti vedono un giocatore che fatica a restare in campo, non vince più un game, ma resta lì: perde 6-1 il terzo, va sotto 5-0 nel quarto, eppure un game lo strappa via: altro 6-1, Djokovic vola verso la sua settima finale all’Open di Francia, 34ª in uno Slam in carriera.
Avrà tempo e modo per rifarsi lo spagnolo. Lo dicono due fattori: il suo incredibile talento, praticamente su tutte le superficie (deve migliorare solo sull’erba) e soprattutto la sua carta d’identità: lo scorso 5 maggio ha compiuto 20 anni!
“Difficile fare dei paragoni tra epoche differenti, ma c’è una cosa che mi colpisce di Carlos: la capacità di giocare un tennis completamente diverso da quello che caratterizza il tennis spagnolo”.
Parola di Michelino Chang, non uno qualsiasi, un ex tennista capace di compiere un’impresa che è restata nella storia, proprio al Roland Garros, quando contro ogni pronostico si aggiudica il torneo per eccellenza sulla terra battuta nel lontano 1989.
“E’ clamoroso – assicura lo statunitense con chiare origini cinesi – con l’arrivo di Nadal le cose erano cambiate, ma con Alcaraz siamo ad un livello ancora superiore. La sua adattabilità alle diverse superfici ha dell’incredibile”. Chissà come sarebbe andata a finire la semi di Parigi con un Alcaraz al 100%, non lo sapremo mai. La certezza è che Carlos Alcaraz è una stella lucente del tennis mondiale. A soli 20 anni.