Ai piedi e nelle mani di Jannick Sinner. Il tennis italiano dipende attualmente dal talento di San Candido, senza dimenticare gli exploit di Musetti.
Con un Berrettini che fatica dannatamente a ritrovare lo smalto che nel 2021 gli permise di raggiungere una storica finale a Wimbledon (persa contro Djokovic) e un master da primi posti nel classifica ATP, l’Itlaia segue da vicino i tanti tornei che sta disputando Sinner.
Semifinale a Indian Wells, persa contro quell’Alcaraz con cui si è presa una bella rivincita a Miami, prima di arrendersi di fronte a un ritrovato Medvedev, Sinner è il miglior tennista Azzurro per distacco attualmente.
Semifinale anche a Monte-Carlo, persa contro Rune dopo aver battuto quel Musetti che si ritroverà davanti nei quarti di Barcelona. Forse. Qui le dolenti note. C’è un motivo infatti per cui Sinner è dovuto andare al terzo set per aver la meglio del giapponese Yoshihito Nishioka, sconfitto con il punteggio di 6-1, 4-6, 6-3. Una prestazione sottotono quella dell’altoatesino, che va al di là dei meriti dell’avversario.
Sinner ha giocato con una gamba dolorante, come confermato nel dopo gara della sfida contro Nishioka. “Ho giocato molte partite ultimamente e ho sofferto di crampi – ammette – devo recuperare per perché so che sarà una partita molto dura, al momento non ho dolore e questa è la cosa più importante”. Ad attenderlo ai quarti c’è di nuovo Lorenzo Musetti, che agli ottavi di finale dell’ATP di Barcelona ha sconfitto il britannico Cameron Norrie, battuto in rimonta 3-6, 6-4, 6-1.
Sinner farà di tutto per esserci venerdì per una serie di motivi: Barcelona gli piace, è attualmente ottavo nella classifica ATP, con Rune a portata di mano. “Voglio provare ad andare avanti il più possibile – continua il talentuoso tennista altoatesino – in questo torneo ho giocato sempre bene, quest’anno sono pronto e vediamo cosa riuscirò a fare. Come sempre, ci proverò dando tutto quello che ho“.
Questione di mentalità. Quella forza che sta aiutando Jannick Sinner a scalare la classifica ATP, competendo sempre più alla pari contro autentici campioni. Come Alcaraz? A sorpreso non è proprio così. “Non c’è un giocatore con cui non mi piace giocare, ma contro uno la vedo al momento come una sfida molto grande ed è il motivo per cui mi alleno – ammette – è Daniil Medvedev”. Perché? Il motivo è presto svelato.
“Lui resta molto indietro come posizione in campo. Ma queste sono le partite per cui quando esco dal campo, dopo aver perso, cerco di prepararmi il meglio possibile, così da essere già pronto per il prossimo incontro. In questo modo posso capire ancora meglio quale sia il mio livello. Quindi per questa motivazione dico lui”. Prima Musetti, però. Gamba dolorante permettendo.