Sono in molti a essere convinti che il ciclo glorioso di Jurgen Klopp sulle rive della Merseyside, quelle di sponda rigorosamente rosso, stia per volgere al termine.
Vero o no, l’allenatore renano (di Stoccarda) si è già consegnato alla storia decana del Liverpool, con quel concept tutto suo di calcio spettacolo (verticale) e quel palmares da far invidia ale leggendario Bill Shankly.
Klopp non ha riportato uno “scudetto” che a Liverpool mancava da trenta anni, ma ha già vinto tutto sulla panchina dei Reds: Coppa di Lega e Coppa d’Inghilterra, Community Shield e perfino una Champions League.
Quest’anno non è il solito Liverpool, sembra appagato quasi involuto e a fine ciclo, come dimostrano i risultati, sia in Premier sia in Champions dove per poco non usciva dalla fase a gironi. Quella Champions che Salah e soci rischiano di dover vincere per forza (anche se agli ottavi ci sono i campioni in carica del Real Madrid) visto il ritardo accumulato nel campionato di Sua Maestà.
Liverpool solo sesto, a sedici punti dalla capolista Arsenal e a -7 dal Manchester United, attualmente quarto. Numeri che non sono mai stati abbinati a Klopp. Come se non bastasse, inoltre, ecco altri rumors.
“Io commissario tecnico della Germania? È possibile che ad un certo punto diventerò l’allenatore della nazionale”. Sono le frasi sibilline in perfetto stile Klopp, rilasciate alla Bild, che da tempo sta facendo una sorta di casting per capire chi sarà il successore di Flick, finito sulla graticola dopo un mondiale a dir poco fallimentare. Che ha visto la Nationalmannschaft uscire addirittura alla fase a gironi della kermesse iridata qatariota.
“Perché questo accada – continua Jurgen Klopp sempre in un’intervista alla Bild – devono succedere determinate cose. Tutto deve funzionare e al momento non è così. In ogni caso, se lascerò il Liverpool per un anno non farò nulla“. Per il momento la federcalcio teutonica ha confermato la fiducia a Flick, ma in Germania non si parla d’altro che del suo successore.
Klopp il sogno, il nome di grido. Ma nella lista dei papabili c’è anche Thomas Tuchel. Che nel 2021 è stato premiato come allenatore dell’anno UEFA, allenatore dell’anno IFFHS e Best FIFA Men’s Coach, grazie ai suoi incredibili risultati ottenuti alla guida del Chelsea (a campionato in corso dopo l’esonero di Frankie Lampard), con il quale è salito sul tetto d’Europa dopo l’incredibile finale di Champions, vinta 1-0 contro il City di Pep Guardiola.