Ed è proprio quella vicenda che oggi, Diletta, vuol affrontare a viso scoperto: «Capivo che la situazione era grave perché il telefonino non smetteva di squillare: chiamate, messaggi, WhatsApp… non ho pianto. Ho tirato fuori una forza che non pensavo di avere. Ma dopo tre giorni ho ceduto fino a scoppiare in lacrime».
Per mettere i puntini sulle i, la giornalista di Sky ci tiene a precisare una cosa: «Solo cinque o sei foto tra quelle circolate mi appartenevano. Le altre, i video, gli audio che ho visto girare erano tutti finti».
A margine di tanto clamore creato dalle “foto dello scandalo”, Diletta è sicura di una cosa: «Non invierei più foto di quel genere. Non ci si rende conto del potere che ha l’invio di una immagine. Bisogna comunque reagire ed essere lucidi perché in fin dei conti ognuno ha pur sempre il diritto di fare ciò che vuole della sua vita, del suo privato, della sua intimità e del suo telefonino».
Antonio Osso