Doveva smettere un lustro fa, nel 2018. Poi per stessa ammissione del diretto interessato quella telefonata del PSG, il consiglio dei figli di accettare senza remore. E una seconda giovinezza.
A 45 anni compiuti, Gigi Buffon continua a difendere i pali della porta Parma. A volte sembra quello di sempre, altre volte l’età si comincia a far sentire. Ma è normale, sono 34 anni che vive praticamente con i guanti in mani.
La straordinaria carriera di uno dei portieri più forti di tutti i tempi comincia in pratica a giugno del 1991, quando il Parma lo acquista Bonascola, una delle squadre della sua città Natale, Carrara.
I ducali lo prendono per 15 milioni delle vecchie lire, spalmati in due anni. Aveva iniziato in mezzo al campo, ma un giorno capitò di doversi mettere in porta a causa dell’infortunio dei due portieri, si mise lui e sappiamo tutti come è andata a finire.
Il primo ad accorgersi di quelle qualità fuori dal comune e di quel talento enormemente migliore del suo idolo, il camerunense N’Kono, fu Nevio Scala, che non ci pensò due volte e lo aggregò ancora minorenne in prima squadra. Da lì al debutto, il passo è breve.
Buffon fa il suo esordio in Serie A nel 1995, ed è subito clean sheet: 0-0 contro il Milan. Ironia della sorte la sua prima rete incassata fu proprio contro la Juve. A volte il destino regala storie fantastiche. Ecco, quella di Gigi Buffon è una di quelle. A Parma si mise talmente in luce da essere soprannominato Superman, vinse la Coppa UEFA, la Coppa Italia e la Supercoppa. Le prime di una lunga serie.
Rimane in terra ducale fino al 2001, quando la Juve decise di prenderlo per una cifra clamorosa: 75 miliardi di lire, il portiere più pagato della storia bianconera. Mai spesa fu più azzeccata. Con la Signora, l’estremo difensore toscano diventa leggenda.
Il giocatore con più presenze nella storia della Juve, il portiere con la più lunga striscia di imbattibilità in Serie A (974 minuti), quello con più scudetti (10), Coppe Italia (sei, come Roberto Mancini) e Supercoppe (7). Senza contare i successi con la Nazionale: campione d’Europa Under 21 in Spagna, del mondo in Germania nel 2016.
Una parentesi nel PSG, il suo più grande rimpianto perché rifiutò 10 milioni di euro per tornare in Italia e indossare prima la maglia della Juve, poi di quel Parma dove è tutt’ora. “Il sesto Mondiale sarebbe stato unico, ma purtroppo è andata così”. Chiosa con una rivelazione alla Bobo TV. “Alla mia età penso che posso ancora fare 15-20 partite a stagione ad alto livello. Mi piacerebbe smettere di giocare al massimo dopo la prossima stagione, non di più”.