Chi ben comincia è a metà dell’opera. Un proverbio che in casa Honda si dovrebbe cominciare a comprendere per quel che vale.
Il Motomondiale 2023 deve ancora partirà, lo farà nel week end che porta a domenica 26 marzo, con le sessioni libere, la sprint race (presente in ogni Gran Premio) e la gara vera e proprio.
Partono tutti con lo stesso punteggio, il problema è che i test del pre-season non sembrano lasciare adito a molti dubbi.
La Ducati sarà la squadra da battere. Questo sembra un dato certo, come evinto dai test dove la casa di Borgo Panicale è riuscita a mettere sette moto fra le prime dieci. Al di là dei meriti della Ducati, del talento di Nuvola Rossa, il campione del mondo in carica Pecco Bagnaia, sembra esserci solo la Ducati.
Al massimo l’Aprilia, che si è difesa bene, almeno finora. Alla meno peggio. Male, le giapponesi. Per non dire malissimo: qualche barlume di speranza per la Yamaha, ma la Honda non ha proprio capito che chi ben comincia… è a metà dell’opera.
“Settimi, ottavi o decimi”. Questa la risposta fra il serio e il faceto di Marc Marquez a chi gli chiedeva un pronostico sulla prima gara ufficiale del Mondiale 2023 al Portimao. L’ottimismo a volte non è il profumo della vita.
Già, perché se è vero che due indizi non fanno una prova, anche i test di Portimao hanno confermato tantissime criticità per la Honda RC213V. “Non abbiamo trovato tutto ciò che stavamo cercando, non siamo dove vorremmo essere, ma crediamo di sapere che cosa possiamo fare”. Poca pre-tattica nelle parole di Alberto Puig, team manager della casa di Tokyo: a Portimao nessuno dei tre piloti Honda è entrato nella top-10, con Mir 13° (1’38.762), Marquez 14° (1’38.778), Rins 15° (1’38.782).
Intanto Marc Marquez di guarda attorno, vivendo il presente, pensando a un futuro migliore e girandosi un’ultima volta indietro. “Mi sono pentito di alcune cose, ho imparato la lezione. Non ho rispettato l’infortunio. Si prendono decisioni rischiose: a volte vanno bene, altre male. A me è andata male.
Interessante l’intervista sul Corsera, anche per confermare che la pace con Valentino Rossi era solo di facciata. “Le battaglie con Valentino sono state di un’altra intensità – conclude – fra me e lui c’è stato un prima e un dopo. Pace? “Mai dire mai. Non succederà domani, ma magari fra 20-30 anni chissà”.