E’ una delle nazionali più pazze di sempre. Si presenta sempre a Europei e Mondiali come una delle favorite, in alcune occasioni addirittura da prima del Ranking FIFA. Eppure per un motivo o per un altro, fallisce sempre.
In Belgio si stanno ancora interrogando su come è stato possibile uscire nella fase a gironi dell’ultimo Mondiale qatariota, in un quadrangolare sostanzialmente alla portata dei Diavoli Rossi. Con Croazia, Marocco e Canada.
Invece, la nazionale che fu di Roberto Martinez – un commissario tecnico già chiacchieratissimo ai tempi degli Europei inglesi vinti proprio dall’Italia di Mancini – è riuscita nell’impresa di uscire subito nell’ultima kermesse iridata, con una vittoria (inutile, quella di misura con il Canada) e la miseria di appena un gol all’attivo, quello di Michy Batshuayi.
Inevitabile il cambio di panchina: come se non bastassero i risultati, l’ormai ex commissario tecnico spagnolo, paga anche le scelte scellerate e quell’incapacità, secondo la stampa locale, di gestire la stella della nazionale, quel De Bruyne che nel Manchester City è un Diavolo Rosso in tutti i sensi, ma che in nazionale non rende proprio.
A fare scalpore, oltre l’inevitabile cambio, sono state le modalità con cui la federcalcio belga ha ufficializzato prima le dimissioni (forzate), poi la ricerca del nuovo commissario tecnico, alla stregua di un annuncio di lavoro per assumere il nuovo tecnico. Il Belgio cerca una persona “risoluta” e “ambiziosa”, che abbia esperienza internazionale ai massimi livelli, conoscenze e idee tattiche” oltre ad “adeguate abilità personali”. E ancora.
“Un vincitore seriale con esperienza nella gestione di top player – si legge sempre sull’annuncio – uno che abbia la voglia di “scommettere sulla creazione di un gruppo affiatato e sull’integrazione di giovani giocatori”. Per candidarsi c’è tempo fino al 10 gennaio 2023.
Il 10 gennaio, dunque, è la deadline per trovare il successore di Roberto Martinez. Romelu Lukaku spinge per un nome di grido. “Per me Henry è il prossimo allenatore del Belgio. Non ci sono dubbi. Io lo dico apertamente: lui sarà il prossimo ct”.
Le parole di Big Rom hanno un peso specifico che profuma di impalmatura. Primo perché Titì ha un curriculum vitae da campione, l’identikit perfetto che ricerca la federazione, last but not least l’investitura di giocatori alla Lukaku. “Ha il rispetto di tutti i giocatori, ha vinto tutto – tuona l’attaccante dell’Inter, pronto al rientro in Serie A – Sa allenare, conosce la squadra e il campionato, lo staff. Per me lui è l’allenatore ideale per la nostra nazionale”.