Di padre in figlio. Davide Ancelotti prova a protrarre il mestiere di allenatore che sta rendendo leggendario papà Carlo.
Ancelotti senior, quest’anno, ha floppato fondamentalmente in Liga e, volendo in Supercoppa. Quasi a sorpresa si è arreso nella difesa di quel campionato spagnolo vinto un’annata fa, perché nella prima parte di stagione sembrava quasi in fuga dopo il successo nel Clasico del Bernabeu.
Ma, strano a dirsi, vuoi per la rosa sostanzialmente corta (il Real Madrid non ha un vice Benzema ed è impegnato in quel ricambio generazione che sta portando nuovi giovani da integrare ancora nell’undici titolare), vuoi per qualche flop di troppo con le piccole, il Barcelona l’ha prima ripreso, poi superato, ora salutato.
La Supercoppa è arrivata nel momento in cui il Real Madrid arrancava, tanto che per Xavi è stato semplicissimo alzare il suo primo trofeo da allenatore del Barcelona. Ma i Blancos, ad aprile inoltrato hanno messo un altro Mondiale per Club in bacheca, sono in corso sia per la Copa del Rey, sia per la Champions League.
In Copa del Rey, il più è fatto. Sconfitto 1-0 al Bernabeu, il Real Madrid è stato capace di ribaltare tutto al Campo Nou, con quel roboante 4-0 sfociato in un video virale nel quale Re Carlo ha regalato un “manana dìa libre”, pagato con la sconfitta casalinga, ininfluente, contro il Villarreal corsaro 3-2. La finale del 6 maggio contro l’Osasuna vede i Blancos nettamente favoriti.
In Champions League c’è il Chelsea nei quarti, andata al Bernabeu ritorno a Stanford Bridge: in caso di passaggio del turno Bayern o Manchester City: poi chissà a Istanbul ci dovesse essere un’italiana o il Benfica. Tant’è.
Davide Lippi sta crescendo sotto l’ala protettiva di papà, uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio: undici trofei internazionali vinti in carriera (nessuno come lui) su 24, l’unico ad aver vinto tutti i più importanti campionati per club europei, con ben quattro Champions League in bacheca.
La sensazione è che Davide Ancelotti si accontenterebbe di vincere anche solo la metà della metà. Ma dovrà cominciare a correre da solo. Ci sta pensando l’ex centrocampista del Milan, che ha ben presto lasciato il rettangolo di gioco, per trasferirsi in panchina.
Laureato in Scienze Motorie a soli 22 anni, l’attuale vice allenatore del Real Madrid, che si è fatto le ossa con PSG, Bayern, Napoli ed Everton, ora sarebbe pronto ad allenare senza papà. Secondo Marca sarebbe vicino all’accordo con gli svizzeri del Basilea.