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Juventus, caso Kean: per Thuram Bonucci è violento come i ‘bu’ razzisti

Il caso Kean che ha alimentato le ultime ore in casa Juventus ha avuto rilevanza internazionale, dato l’intervento di tantissimi campioni nel mondo del calcio. Il centravanti della Juventus, che è stato bersagliato dai ‘bu’ razzisti nella partita contro il Cagliari, è stato al centro di una polemica che ha visto partecipi in moltissimi tra calciatori ed ex campioni. Ultimo, in ordine di tempo, a dire la sua è stato l’ex difensore della Juventus Thuram.

Il caso Kean: i ‘bu’ razzisti e le parole di Bonucci al termine di Cagliari-Juventus

Il match tra Cagliari e Juventus si è concluso per 2-0 per la compagine bianconera, che si è imposta in trasferta con le reti di Bonucci e Kean. Veri protagonisti della partita, però, sono stati i cori e i ‘bu’ razzisti che hanno bersagliato il centravanti 2000 della Juventus.

Il millennial, di tutta risposta, ha esultato sfidando la curva del Cagliari dopo il gol del 2-0 da lui realizzato: questo gesto è stato condannato da Leonardo Bonucci, che a fine gara ha affermato che la responsabilità dell’accaduto è stata al 50% della curva sarda, al 50% del calciatore bianconero.  

Le parole di Thuram e la condanna alle affermazioni di Bonucci

La polemica a seguito dei fatti verificatisi a Cagliari e delle parole di Bonucci ha subito investito il mondo Juve: Kean è stato supportato da tantissimi campioni, come Balotelli, Sterling, Koulibaly (di recente preda di una situazione simile), Depay, Pjanic, Matuidi, Sancho, Mendy, Kurzawa, Origi, Kompany e tanti altri ancora.

Ultimo, cronologicamente, ad aver espresso il suo disappunto è stato Thuram, ex difensore della Juventus che è intervenuto a gamba tesa nel condannare l’atto che si è verificato a Cagliari. Thuram ha affermato che il mondo del calcio è preda dell’ipocrisia, dal momento che la partita andava sospesa così come è sempre stato promesso in altre occasioni. Quanto a Bonucci, invece, Thuram le ha definite come motivo per cui il razzismo non ha fine e violente tanto quanto i ‘bu’ razzisti del pubblico di casa.