“L’anno prossimo non sarò più l’allenatore”: annuncia in diretta l’esonero | Addio deciso
Il valzer delle panchine sta per cominciare. Un effetto go-down che parte dall’Italia e si espande anche all’estero.
Il primo in bilico, sul punto di cadere, è stato Simone Inzaghi, a un passo dall’esonero neanche due mesi fa. Ha ritrovato l’equilibrio a modo suo. Lavoro e sacrificio, un gradino alla volta ha scalato la classifica riportando l’Inter tra le prime quattro, una sorta di diktat per Zhang.
E’ andato avanti in Champions League sfruttando un cammino non insormontabile dagli ottavi in poi, ha messo in bacheca un’altra Coppa Italia: gli sono bastati 8’ e due gol del Toro Martinez, poi tanta resilienza perché la Fiorentina ha dato veramente tutto e forse alla fine meritava altra sorte. Ha vinto Simone Inzaghi, però. La coccarda è il secondo trofeo stagionale, il terzo potrebbe arriva il 10 giugno, nella finale contro il Manchester City. Ma a prescindere da come finirà, lui guiderà l’Inter anche nella prossima stagione.
Il valzer delle panchine, in realtà, l’hanno fatto scattare Spalletti e Dela, due caratteri così forti non potevano convivere a lungo: sono stati zitti e buoni, ma dopo lo scudetto è uscita fuori quella incompatibilità che sta portando ognuno a prendere strade diverse. Luis Enrique e Benitez, Nagelsmann, Gasperini e Conte: chiunque sarà, lo deciderà De Laurentiis. Come sempre, perché nel suo Napoli funziona così.
La sensazione forte è che anche nella Roma giallorossa si cambierà. Mou e Tiago Pinto sono portoghesi ma hanno vedute da stranieri, loro due. E poi con i Friedkin quei silenzi assordanti fanno più rumore delle urla di Mourinho contro gli arbitri.
Una situazione frizzante
Tra le big italiane dovrebbero cambiare Roma e Napoli. La Juve crede ancora in Allegri, la Lazio in Sarri, il Milan in Pioli. La situazione europea è molto più frizzante.
In Francia si cerca un tecnico capace di allenare il PSG: Galtier non lo è stato, anche se vincerà la Ligue 1, troppo poco per le ambizioni dell’emiro. Il sogno è Zidane, vediamo come va a finire questa lunga trattativa. Se in Francia la situazione è frizzante, in Inghilterra è intrigante.
Good save the manager
Il Tottenham è alla ricerca del dopo Antonio Conte (al netto dell’interregno Stellini), il sogno è De Zerbi ma dovrebbe arrivare Slot del Feyenoord. Occhi e orecchie sono sì puntate su Londra, ma quella di colore Blues.
“Non sarò io l’allenatore del Chelsea nella prossima stagione”. Parola di Frank Lampard, che ha raccolto i cocci di una stagione disastrosa, ma senza rimetterli a posto. “Arriverà un nuovo allenatore, che porterà con sé il proprio staff”. Non lo dice, ma tutte le strade portano a Mauricio Pochettino. A lui il compito di dare un senso alla fantasia di Todd Boehly, un presidente capace di spendere 600 milioni in due sessione di mercato, per non vincere nulla e arrivare dodicesimo, in Premier. Al massimo undicesimo.