Sembrano ormai non esserci dubbi sul fatto che il giocatori lascerà la squadra a fine stagione, anche in società ne sono consapevoli.
Cosa resta di una stagione quando nulla sembra che possa salvarla? È una domanda che diverse squadre, a tutti i livelli, iniziano a porsi arrivate ad aprile, periodo in cui si iniziano a delineare classifiche, tabelloni e sono state disputate le prime finali di coppa nazionale. Quel che è strano – o forse no – è che a porsi quest’interrogativo in Francia sia il Paris Saint-Germain, primo in classifica.
Nonostante le sconfitte al Parco dei Principi contro Rennes e Lione, la squadra di Galtier conserva un discreto vantaggio (sei punti) sulle inseguitrici Lens e Marsiglia. La distanza cuscinetto, però, non deve rischiare di ridursi ulteriormente, pena il rischio di ritrovarsi immischiati in una lotta per il titolo, che a Parigi non vogliono neanche nominare.
Del resto, se in squadra tre dei giocatori più forti del mondo, accompagnati da campioni in tutte le zone del campo, è difficile giustificare un’eventuale battaglia punto a punto con squadre che hanno un monte ingaggi cinque-sei volte inferiore. Ma nella capitale non saranno soddisfatti neanche se dovesse arrivare l’ennesimo Hexagoal.
Anche se da un punto di vista simbolico avrebbe un valore importante, perché permetterebbe al PSG di superare il Saint-Etienne e diventare la squadra più titolata del calcio francese, gli obiettivi della proprietà qatariota erano senza dubbio diversi.
Quando nell’agosto del 2021 lo sceicco Al-Thani ha presentato ai suoi tifosi Gianluigi Donnarumma, Georginio Wijnaldum, Sergio Ramos, Achraf Hakimi e Lionel Messi, l’obiettivo era di assicurarsi la Champions League, competizione che negli oltre dieci anni di proprietà è stata a malapena sfiorata una volta.
Ma in due stagioni, il tridente dei sogni non è riuscito a guidare i parigini mai oltre gli ottavi. E se lo scorso anno le cose sono precipitate inaspettatamente al Bernabeu, quest’anno non vi sono mai stati dubbi su chi fosse migliore tra PSG e Bayern Monaco. L’all-in è fallito e adesso le conseguenze potrebbero essere importanti per il futuro di questo gruppo.
Se sul futuro di Mbappé incombe sempre la figura ingombrante del Real Madrid, che tornerà all’assalto nel prossimo futuro, appare sempre più difficile che il prossimo anno Lionel Messi torni a vestire la maglia dei campioni di Francia. Al termine di Mondiali in Qatar, le due parti sembravano vicine a raggiungere l’accordo per il rinnovo, ma col passare delle settimane la pista si è gradualmente raffreddata.
L’eliminazione subita dal Bayern, i fischi del Parco dei Principi hanno convinto la dirigenza parigina che non valga la pena provare a trattenere l’argentino a tutti i costi. E, a meno di cambi repentini di idee da parte di entrambi, il futuro di Leo sembra sempre più lontano dall’amico Neymar. Nelle ultime settimane è tornata forte l’idea di un possibile ritorno a Barcellona – anche se non è ancora chiaro come l’affare possa risultare fattibile, a causa dei problemi economici del club. Sullo sfondo restano sempre gli Stati Uniti e l’Inter Miami di Beckham.