Lascia la Mercedes con effetto immediato | Hamilton sotto shock: è successo tutto in pochi giorni
Tutti in fila dietro la Red Bull. A bocce ferme si parte così, anche se bisogna vedere gli effetti di quella “penalizzazioncina” figlia del Salary Cup per cui la scuderia di Verstappen si è auto-colpevolizzata, patteggiando con la FIA.
Per molti, i sette milioni di euro di multa sono una bazzecola rispetto a una sanzione nettamente più alta a cui doveva andare incontro la Red Bull. Ma quel 10% in meno di tempo a disposizione nei test nella galleria del vento potrebbe rimischiare le carte del Mondiale di Formula Uno.
La Ferrari c’è. E per bocca del nuovo Team Principal, nonché General Manager, Frédéric Vasseur ha già lanciato la sfida, sia per il Mondiale Piloti sia per quello Costruttori. E la Mercedes?
Per il momento Lewis Hamilton ha parlato per lo più di razzismo nelle interviste pre-Mondiali, ma almeno ai nastri di partenza e considerando il crescendo rossiniano della scorsa seconda parte di stagione, impossibile non pensare a una Mercedes competitiva. Oppure no?
Se lo stanno chiedendo in tanti. La voglia matta di Lewis di conquistare il suo ottavo Mondiale c’è tutta, così come la possibilità che rinnovi un contratto in scadenza nel 2024, quando avrà la bellezza di 38 anni. Ma i problemi accusati nella prima parte di stagione e la diaspora dell’ultimo biennio, restano comunque degli spunti di riflessione.
La punta di un iceberg
Sono grattacapi che sommati hanno impedito di fatto a Hamilton di vincere nemmeno un Gran Premio nella passata stagione: l’unico sussulto di Russell, e poco altro, sono briciole per il team britannico, ma rappresentano anche la punta di un Iceberg dove sono andati a finire Toto Wolf e compagnia.
I primi problemi della super squadra di Brackley che per sette anni ha dominato il Circus sono iniziati nel 2021, con l’uscita di Ben Hodgkinson, direttore tecnico di Red Bull Powertrains. Il primo di una lunghissima lista, come se il progetto non fosse più vincente, o magari sarà meglio quello dell’Audi. Che ha già fatto sapere di voler entrare in Formula Uno, anche se a partire dal 2026.
La diaspora continua?
Dall’Inghilterra, poi, più di qualcuno ha sussurrato che questa diaspora di tecnici starebbe continuando. E non è un piccolo particolare, perché da sempre la Mercedes è stata sinonimo di organizzazione, coesione, stabilità dell’organico in mano al vulcanico Toto Wolff.
Ora sembra non essere più così. E se fossero veri quei sussurri di ulteriore diaspora aumenterebbero certamente gli interrogativi su una delle pretendenti, a bocce ferme, del prossimo Mondiale. Quello in cui Max non ha nessuna intenzione di abdicare, Ferrari permettendo.