“Lascio l’Inter e faccio lo psicologo”: addio al calcio | Ha deciso tutto in pochi giorni
Come si cambia. La Beneamata è la squadra che muterà più pelle a giugno, più del Milan, che tanto bene non sta.
L’Inter che verrà, sarà modificata. In ogni ruolo. Questo è certo. Resta da capire in che modo. Simone Inzaghi, per esempio, resterà? Oppure tornerà Antonio Conte, ora che si è liberato prima del tempo dal Tottenham Hotspurs? Oppure un altro?
Domande che la dirigenza si sta ponendo, senza avere una risposta nell’immediato. La sosta delle nazionali è terminata, ad aprile non ci sarà tempo neanche per pensare, tra il campionato e la ricerca di uno dei quattro posti che dà diritto alla prossima Champions, tra la Coppa Italia che comincia con il doppio confronto in semi contro la Juve, la doppia sfida europea che vale un’altra semi, quella europea, con una fra Napoli e Milan eventualmente.
Un’Inter con ritocchi, più o meno marcati, in ogni reparto. A cominciare dal portiere. Onana è diventato l’oggetto del desiderio dei paperoni dei Chelsea, che avrebbero aperto un maxi tavolo con i nerazzurri: in ballo c’è Lukaku, in prestito all’Inter ma di proprietà dei Blues, che non farebbero carte false per riaverlo, un po’ come Big Rom a cui non piacerebbe affatto il ritorno a Stamford Bridge.
All’Inter, poi, piace Trevoh Chalobah, difensore sierraleonese naturalizzato inglese, considerato uno dei papabili sostituti di Skrniar, utilizzabile per di più anche come centrocampista. E ancora.
Chi ha la valigia pronta e chi non lo sa
C’è Acerbi che vorrebbe restare (è di proprietà della Lazio) ma non lo sa, c’è Bastoni che potrebbe rinnovare ma non si sa, Brozovic da pedina fondamentale è diventata di scambio.
Gagliardini ha già le valigie pronte, chissà se anche Mkhitaryan. In attacco, poi, al di là del grosso punto interrogativo su Lukaku c’è da capire il futuro di Correa, probabilmente lontano dagli occhi della Madonnina.
Futuro prossimo e anteriore
“Il mio futuro? C’è solo l’Inter”. C’è anche chi giura amore eterno, e non era affatto così scontato, visto che Robin Gosens non è che sia fra i primi pensieri di Simone Inzaghi, quando deve fare la formazione dell’Inter.
“So che nessuno mi ha mai regalato nulla in carriera” – dice l’esterno tedesco – “ma il trasferimento alla Pinetina l’ho vissuto come un dono”. Gosens non si muove dall’Inter, almeno in un futuro prossimo. “Ora sto bene” – conclude – “e finalmente posso fare vedere chi è il vero Robin. Devo diventare titolare all’Inter, la nazionale è una conseguenza”. Poi penserà alla sua passione: da grande vuole fare lo psicologo.