Quello di Manuel Bortuzzo è stato un destino sfortunatissimo, che ha segnato definitamente la sua carriera e che, purtroppo, si presenta come irreversibile. Il giovane talento italiano, che si apprestava ad essere uno dei nuotatori più di successo del panorama della nostra penisola, aveva avuto già modo di confrontarsi con giganti della disciplina, come Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti; una tragica sparatoria a Roma, però, ha segnato il suo destino: il nuotatore, infatti, è rimasto paralizzato a vita e non potrà più concorrere nella sua passione.
Nonostante sia stata breve, la carriera di Manuel Bortuzzo era stata più che semplicemente promettente, e offriva spiragli di un’affermazione che – se non fosse per quel tragico incidente a Roma – avrebbe potuto regalare grande soddisfazione non soltanto all’atleta, ma anche al tricolore italiano.
Il gigante triestino, nato in Friuli Venezia Giulia nel 1999, si è subito fatto notare tra i grandi non soltanto in virtù dei suoi 190 centimetri, ma anche grazie a un approccio di successo che ha fatto sì che si confrontasse con i giganti italiani della disciplina nonostante la sua giovane età.
Il giovane triestino si è formato nel Team Veneto ed è stato tesserato dalla società Aurelia Nuoto di Roma, là dove era costantemente seguito nella sua attività dal tecnico federale Stefano Morini (anche se la sua crescita professionale si deve soprattutto all’assistente Christian Galenda, che l’aveva già seguito al centro sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano). Il ragazzo si stava specializzando nei 400 metri, là dove all’età di 18 anni aveva già ottenuto il primato di 3”47, e preparava la sua formazione nei 1500 metri.
Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio si è interrotta per sempre la carriera di Manuel Bortuzzo; la giovane promessa è rimasta coinvolta all’interno di una sparatoria a Roma, in piazza Eschilo (zona Casalpalocco), mostrando già segni di seria e concreta difficoltà quando è stato trasportato in ospedale con codice rosso.
Il ragazzo, in condizioni gravissime, era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Grassi di Ostia, e da lì il trasferimento al San Camillo di Roma, dove ha ricevuto il delicato intervento chirurgico per bloccare l’emorragia interna causata dal proiettile; nonostante la gravità, tanta era stata la speranza da parte di Bortuzzo e non solo, ma il bollettino medico non ha lasciato altra interpretazione: “Nonostante la decompressione del midollo danneggiato dal proiettile, il paziente non sarà in grado di muovere le gambe”.
La storia di Manuel Bortuzzo, che ha scosso l’opinione pubblica per la tragedia che ha messo fine alla sua carriera, diventerà un film diretto da Raoul Bova. L’attore e regista realizzerà un prodotto in cui saranno presenti storie di nuoto e non mancherà quella dello sfortunato triestino.
“Quando Raoul Bova mi ha chiamato con l’idea di girare un film per la tv che raccontasse una storia vicina al nostro mondo gli ho subito risposto che una storia davvero importante c’è ed è quella del nostro Manuel”, ha spiegato Paolo Barelli, Presidente della Federazione italiana di Nuoto. Bortuzzo, che per l’occasione si cimenterà nel ruolo di attore, si è detto molto soddisfatto di recitare accanto a personalità del calibro di Raoul Bova e Rosolino, ringraziando la Federazione per l’opportunità recatagli.