Poco meno di due anni fa veniva ricevuto dal Presidente della Repubblica per la storica finale di Wimbledon, uno dei top dieci al mondo a fine anno. Sembra passato un secolo.
Quel Matteo Berrettini non esiste più. O almeno si cerca disperatamente. A Indian Wells è arrivata l’ennesima conferma di un tennista che non riesce a superare nemmeno il primo turno, che fatica a causa dei tanti infortuni, ma anche una ribalta mediatica che dimostra di non reggere. Affatto.
La brutta copia del tennista romano perde il primo set con il giapponese Taro Daniel, numero 103 dell’ATP. Un 6-3 figlio di suoi demeriti, più che meriti dell’avversario. Berrettini sale di livello, quanto basta per vincere 6-0 il secondo set, ma nel terzo riecco i fantasmi di una forma fisica non proprio al test, superati però da quelli psicologici.
Taro Daniel s’impone 6-3 e condanna Berrettini alla quinta sconfitta in questo 2023. “Non ho perso a causa di problemi fisici”. La sincerità, quella almeno, è rimasta nella testa di Matteo. “È ovvio che quando ci si fa male la preparazione non è ottimale, ma i motivi della sconfitta non sono quelli”.
Berrettini recita il mea culpa, anche se la forte umidità del Master 1000 di Indian Wells non lo ha certo avvantaggiato. “Dopo i primi tre game – continua – le palline si erano già disintegrate e per le mie caratteristiche non è il massimo. Facevo fatica a fare gioco e spingere, pensavo però che nel terzo set potesse andare meglio”. Ma così non è stato.
Sono in tanti a vedere in Matteo Berrettini un tennista in grande crisi, sfortunato nei ripetuti infortuni ma soggiogato dalla vita mondana.
Subito dopo l’annus mirabilis, la comparsata a Masterchef 11, da quest’anno è appena diventato il testimonial di uno dei più importanti operatori telefonici italiani, le sue foto sui giornali di gossip (e non) impazzano per la love story con la bella Melissa Satta.
Dov’è finito il nostro amato Berrettini, quel super tennista che noi tutti conoscevamo? Questa la domanda dei milioni di appassionati italiani che vedevano in lui un modello da seguire, sia in campo sia fuori.
“Siamo passati dai campanelli alle sirene d’allarme. Vero Matteo?” Il post su Twitter di Paolo Bertolucci, da capire quanto ironico, certamente criptico, ha aperto un’infinità di commenti. Fra cui un altro di Braccio D’Oro: “Può e deve fare di tutto per dare un segnale importante alla carriera”. Ritrovarsi, senza lasciarsi travolgere dal mondo fuori dal tennis, un punto di partenza.