“Me ne vado!”: allarme rosso in Premier League | Dimissioni per il tecnico
Sarà pure uno fra i campionati più desiderati al mondo, certamente quello più remunerativo grazie a quel bazooka di “pandemiana” memoria dato dai diritti tv, tanto faraonici quanto ripartiti fra le squadre dell’equivalente della nostra Serie A, ma non è tutto ora quello che luccica.
Se sbagli in Premier, il botto è ancora più fragoroso. Ne sa qualcosa l’Everton, costretto a esonerare l’iconico Frankie Lampard, nonostante non è che con Sean Dyche la situazione sia granché migliorata visto il terzultimo posto dei Toffees.
Ne sa qualcosa l’erede di quel Thomas Tuchel a cui non è bastato vincere la Champions sovvertendo tutti i pronostici nella finale di Champions League all’inglese vinta con il più quotato Manchester City. Qualche risultato negativo, et voilà si cambia, anche al Chelsea si cambia.
Ma Graham Potter è finito subito in discussione dopo i 600 milioni di euro circa sborsati dai Blues per le ultime due (folli) sessioni di mercato, diametralmente opposti a una classifica che relega i Blues lontani (per ora) dalla zona quarto posto.
Ne sa qualcosa perfino Jurgen Klopp, finisce nella spirale delle forti critiche per una stagione fallimentare che potrebbe sentenziare la fine di un ciclo, quello con il Liverpool, fra il glorioso e il leggendario.
Un polverone
E poi c’è chi è un po’ in discussione ma soltanto perché non è primo, ma appena in bagarre con lo stupefacente Arsenal, un po’ adirato per il polverone alzato dalla Football Association.
E’ un Pep Guardiola letteralmente furioso per ciò che si sta ipotizzando sul Manchester City, presunto colpevole di una serie di violazioni finanziarie che potrebbero avere come conseguenza perfino una (forte) penalizzazione.
Un monito a chiare lettere
“Ho detto alla nostra gente di dirmi tutto sui quei sospetti di cui si legge sui tabloid”. E’ un Pep al vetriolo quello che si legge sulle colonne dell’autorevole The Sun. “Me lo hanno detto, li ho guardati e ci ho creduto al 100% sin dal primo giorno – continua il manager dei Citizens, sempre in uno stralcio di un’intervista sul The Sun – ma ho anche detto che se mi avessero mentito, non sarei rimasto qui il giorno dopo”.
Pep Guardiola rincara la dose, messaggi chiari all’indirizzo del presidente Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān, ma anche della proprietà che fa capo a Khaldun al-Mubarak, il patron del Manchester City: “Se è vero quello che si dice in giro – tuona – me ne andrò e loro non saranno più miei amici. Mi piace rappresentare un club che sta facendo bene le cose. Alla fine non si tratta di vincere la Champions o la Premier: si tratta di fare sempre bene, per la nostra gente e per i nostri tifosi”.