Il complesso rinnovo di Leao, un’illusione. Il mercato del Milan proprio fatica a decollare: dopo Marcus Thuram, un altro affare è saltato.
Da incudine a martello. Ha dovuto incassare colpi pesanti, finora. L’addio di Sandro Tonali è stato un colpo al cuore, anche se ci sono ottanta milioni (in euro) di buoni motivi per tornare a sorridere.
Il problema principale, per ora, che Stefano Pioli deve tappare i buchi di un gruppo che ha bisogno di smussare molti angoli. Il centrocampo è diventato di colpo un problema, perché non ci sono più Bennacer (che starà fermo mezza stagione tra infortunio con annessa operazione senza dimenticare la Coppa d’Africa, Tonali e volendo allargare il raggio d’azione, nemmeno Brahim Diaz, tornato a Madrid per restare al Real.
Un paio di uomini in mediana, un’ala destra di sprint e potenza sulla fascia e una punta capace di reggere il peso dell’attacco.
Servono rinforzi, questo è praticamente certo. L’arrivo di Loftus-Cheek dal Chelsea deve essere un punto di partenza, altrimenti altro che competere per lo scudetto o emulare la scorsa stagione di Champions League.
Tijjani Reijnders, centrocampista dell’AZ, e Yunus Musah, mediano di sostanza che potrebbe arrivare dal Valencia, sono obiettivi sensibili: tuttocampista moderno il primo (su cui non c’è solo il Milan, però), “distruttore” di gioco altrui, l’altro.
Ma nel frattempo Marcus Thuram ha scelto Milano, ma quella nerazzurra. Così come Davide Frattesi, rinforzone di mercato di Simone Inzaghi, e non di Stefano Pioli.
Il Milan sapeva che l’Inter era in pole, ma ci aveva fatto la bocca: sperava di convincere il Sassuolo con Colombo e venti milioni di euro, ma non c’è stato niente da fare, il centrocampista dei centrocampisti più corteggiati d’Italia ha scelto i vice campioni d’Europa.
Necessario un casting per la fascia destra, da accompagnare a Leao: Christian Pulisic è un nome caldo, così come Samuel Chukwueze, le trattative ci sono ma tutt’ora c’è troppa differenza tra domanda e offerta, per entrambi. Bisogna capire se Kamada (il primo nome uscito fuori) è un semplice stand-by oppure l’affare si è arenato. Così come Adama Traoré, un concentrato di muscoli e fisicità. E poi c’è da sistemare l’attacco.
Senza Ibra, con Rebic e Origi che in due non ne hanno fatto uno, bisogna fare qualcosa. Alvaro Morata la panacea dei mali in attacco. Alternative? Scamacca (ma la Roma è in pole) Boulaye Dia e Lois Openda, fattibili per motivi diversi e in fase di valutazione.