Calciopoli rappresenta una delle pagine più buie della storia del nostro calcio. Una macchia indelebile, che non si riesce a cancellare.
Una scandalo che ha investito lo sport più popolare in Italia e che ha rischiato di oscurare una delle pagine più splendente della Nazionale, in quanto coincide proprio con il successo degli Azzurri di Lippi al Mondiale tedesco. Proprio nel 2006.
Il termine coniato ricorda un’altra pagina oscura del nostro Paese, quella Tangentopoli che ha distrutto un sistema politico negli anni ’90. L’assonanza non è solo linguistica, ma anche analoga, con le dovute differenze ovviamente.
Lo scandalo sportivo del 2006 ha visto coinvolti un po’ tutti: società professionistiche, numerosi dirigenti, sia delle stesse società che dei principali organi calcistici italiani: dall’AIA alla FIGC, passando per la LNP. Arbitri e assistenti, praticamente l’intero sistema calcio.
Fiorentina, Juventus, Lazio e Milan nel primo filone d’inchiesta, Arezzo e Reggina in un secondo momento, i club condannati, ma tutt’ora l’ombra del dubbio che ci fossero anche altri, è molto vivo.
Ci ha pensato il “Gran Burattinaio”, così come descritto in quegli anni bui, a riportare tutto in auge. Sì Luciano Moggi, tornato a parlare e a rivelare le sue verità, in un’intervista rilasciata a Report, un programma RAI che ha fatto la storia nell’ambito del giornalismo, con inchieste capaci di parlare dei temi più scottanti: da quelli di carattere economico e sociale, a quelli di giustizia, passando per le inefficienze dei servizi pubblici e l’ecomafia.
Moggi ha ripercorso le tappe, svelando contenuti inediti tratti dalla sua famosa chiavetta, dal processo che nel 2006 condannò la Juve in B: stando a Big Luciano ci sarebbero ancora tante zone d’ombra.
“Fu Berlusconi a dirmi che ero stato intercettato – comincia così Luciano Moggi – mi disse: guarda ci sono delle intercettazioni che però non c’è niente di penale, per cui il problema non si pone“.
Interessante il passaggio proprio su quel 2006, l’anno del Mondiale della Nazionale di Lippi. Un Lippi che, secondo Moggi, non doveva essere il commissario tecnico in quanto l’allora commissario della FIGC, Guido Rossi, avrebbe provato ad ostacolare la sua presenza in Germania, insieme a Gigi Buffon e Fabio Cannavaro, perché rappresentanti storici della Juventus. L’ex ct, però, nega di avere mai avuto alcuna indicazione a riguardo: “Le sento per la prima volta queste cose“. le parole del viareggino.
Tant’è: sono passati 17 anni, la sensazione è che ne dovranno passare altrettanti (e chissà se basteranno) per sapere la verità.