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Mondiali di calcio femminile: la storia

L’ottima prestazione della nazionale femminile italiana, che ha accumulato due vittorie in altrettante partite – conquistando anzitempo il superamento del girone – ha puntato i riflettori dell’opinione pubblica sul Mondiale di calcio femminile, una manifestazione calcistica arrivata ormai alla sua ottava edizione. Il calcio femminile, che cerca un modo per svilupparsi sempre di più, ha trovato – in queste manifestazioni – il mezzo per conquistare l’attenzione mediatica che merita.

La prima edizione del torneo nel 1991

La prima edizione del Mondiale di calcio femminile si è svolta in Cina nel 1991. La manifestazione è stata voluta dalla Fédération Internationale de Football Association João Havelange, che ha ricercato un torneo che desse risalto al calcio femminile di tutto il mondo.

La prima edizione – giocata con 12 nazionali – ha visto il predominio degli Stati Uniti, ma non un grande seguito mediatico, sia in termini di spettatori che di tifosi presenti. La nazionale statunitense, in grado di segnare 20 gol in 6 partite, ha sconfitto in finale la Norvegia che, dopo aver perso per 4-0 la partita inaugurale contro la Cina, è stata in grado di vincere tutte le partite successive. Le tre attaccanti statunitensi, Michelle Akers, Carin Jennings e April Heinrichs, furono le trascinatrici della formazione.

Storia dei Mondiali di calcio femminile

Le edizioni successive del torneo hanno visto non soltanto l’affermazione di altre nazionali, ma anche la crescita mediatica della manifestazione stessa. Il secondo Mondiale di calcio femminile, giocato nel 1995, ha visto la rivincita della Norvegia, nazionale più in forma con gli Stati Uniti. In ordine, la Norvegia ha prima sconfitto la Danimarca in un difficile derby scandinavo, poi ha ottenuto la rivincita ai danni degli Stati Uniti, in una semifinale sofferta vinta per 1-0 e a cui è seguita la finale contro la Germania, poi vinta.

Dal 1999 in poi c’è stata una vera e propria rivoluzione della manifestazione, che ha visto una crescita mediatica incredibile: dai 17mila spettatori del 1995 si passò agli otre 650mila del Mondiale statunitense, pubblicizzato largamente e trasmesso in televisione. Se nei vari stadi in cui si disputò il torneo il pubblico fu ancora inferiore al milione, in televisione gli spettatori totali superarono i 40 milioni. Nella finale tra Stati Uniti e Cina, assolute protagoniste del torneo, vinsero le prime soltanto ai rigori, in una partita che accolse 90mila spettatori, record assoluto per una manifestazione femminile.

L’edizione successiva fu giocata ancora una volta negli Stati Uniti, unica a proporsi insieme alla Svezia dopo alle problematiche relative alla candidatura della Cina; furono, in quel caso, Germania e Svezia a contendersi il torneo, poi vinto dalle tedesche per la prima volta. La quinta edizione del torneo, giocata in Cina, fu portato a casa dalla Germania, in grado di sconfiggere in finale un Brasile che dominò largamente il torneo. L’ultima edizione, del 2015, è stata invece vinta dagli Stati Uniti. 

Medagliere del torneo e nazionali vincitrici

In sette edizioni dei Mondiali di calcio femminile, sono state quattro le nazionali vincitrici. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti, che hanno ottenuto tre medaglie d’oro, una di argento e tre di bronzo (giungendo, quindi, sempre sul podio del Mondiale); seguono la Germania (2 ori, un argento e 2 bronzi), la Norvegia (1 oro e 1 argento) e il Giappone (1 oro e 1 argento).

Hanno perso soltanto in finale Svezia, Brasile e Cina, mentre è da registrare un terzo posto ottenuto dall’Inghilterra. Ancora a secco, nonostante 6 e 3 partecipazioni, Canada e Francia.