Negli ultimi anni di storia della Serie A il Napoli Calcio è diventato una della realtà nazionali e internazionali più importanti. Nonostante i risultati notevoli non ci siano, in virtù dello strapotere di alcune compagini – come la Juventus in Italia o i grandi club in Europa – il Napoli può vantare una serie di importantissimi risultati che lo pongono ad un livello molto alto nei più prestigiosi palcoscenici europei. Per una squadra che si è trovata a lottare anche in serie minori, tutto ciò è visto come un grande successo.
Il Napoli è la squadra del Meridione più titolata in Italia che in Europa, nonostante un numero di successi che, se rapportato ad altre realtà italiane o internazionali, è relativamente basso.
Nella sua storia, il Napoli calcio ha vinto:
A queste vittorie si aggiungono altri successi minori, come vittorie del Campionato di Serie C, di primavera o del Torneo di Viareggio.
La fondazione del Napoli risale al 25 agosto del 1926, anche se la data viene convenzionalmente spostata al primo dello stesso mese. Il Napoli calcio è nato dalla fondazione di altri due club: Naples Foot-Ball Club e Unione Sportiva Internazionale Napoli, che diede vita all’iniziale società dell’Internaples.
Dopo anni in cui la formazione ha militato in serie minori, l’esordio nella Serie A a girone unico c’è stato nel 1929-30, con la vittoria ai danni del Milan. Grazie alla guida di William Garbutt (che aveva già vinto tre scudetti con il Genoa), la formazione partenopea arrivò ad importanti risultati – tra cui alcuni terzi posti – prima di capitolare definitivamente. La ripresa ci fu soltanto dagli anni ’60, quando la formazione ottenne anche la sua prima Coppa Italia, nel 1961-62. La presidenza Pesaola vide l’emergere di una formazione contrassegnata da calciatori di notevole qualità, come Dino Zoff, Josè Altafini e Omar Sivori.
La svolta nella storia partenopea ci fu a partire dal 1969, con la presidenza di Corrado Ferlaino. Negli anni di quella che fu la presidenza più lunga della storia del club partenopeo, il Napoli ottenne i grandi successi che ancora oggi connotano la sua storia. Dopo anni iniziali di risultati altalenanti, il processo verso l’affermazione totale venne caratterizzato dall’anno del libero Ruud Krol, che nel 1981 giocò una stagione sugli scudi.
Il 1984 fu l’anno dell’affermazione definitiva: l’acquisto per 15 miliardi di lire (cifra record per la società) di Diego Armando Maradona dal Barcellona portò il Napoli, negli anni, a crescere progressivamente fino ad arrivare ai successi più grandi, tra cui scudetto, Coppa Italia, Coppa UEFA e Supercoppa Italiana.
Negli anni esattamente successivi ai grandi successi, il Napoli ricominciò a collezionare risultati altalenanti che minarono il suo strapotere in campo nazionale: la guida di Claudio Ranieri prima, Marcello Lippi dopo resero la società piuttosto stabile nei risultati, con piazzamenti considerevoli, pur senza vittorie di nessun tipo.
Il processo, però, portò al declino: il Napoli fu costretto a cedere i suoi pezzi migliori in virtù dei problemi finanziari che l’avevano ormai colpita (anche per supportare i grandi successi degli anni ’80); la crisi definitiva ci fu nel 1998, con la retrocessione in Serie B, dopo 33 anni consecutivi nella massima serie. Il fallimento definitivo c’è stato nel 2004, con la retrocessione del Napoli a seguito della grande crisi finanziaria: la società partenopea perse anche il titolo sportivo.
La progressiva ripresa, che ha portato il Napoli negli anni ad una crescita esponenziale, c’è stato con la presidenza di Aurelio De Laurentiis. Il produttore cinematografico e imprenditore rilevò il titolo sportivo dalla curatela fallimentare del Tribunale di Napoli: il presidente iscrisse la società nella terza serie con il nome di Napoli Soccer. La promozione ci fu soltanto due anni dopo, nel 2006, dopo che nel campionato 2004-2005 la squadra aveva già sfiorato la Serie B. Iniziò, in questo modo, la guida piena di successi di Edoardo Reja.
Per attendere la promozione del Napoli di Serie A si è dovuto attendere fino al 2007, dopo 6 anni di assenza. A poco a poco, dopo anni di prestazioni non entusiasmanti, la società partenopea ha ricominciato ad accumulare successi con Walter Mazzarri che, nel 2011, ha portato il Napoli di nuovo in Champions League, dopo 21 anni. Con le guide di Mazzarri e, successivamente, di Benitez arriveranno le vittorie di Coppa Italia e Supercoppa Italiana, entrambe maturate contro la Juventus.
La consacrazione definitiva c’è stata nei tre anni di Maurizio Sarri, che ha dato al Napoli un’impostazione tale da farla arrivare a risultati importantissimi, pur senza successo. Il record di punti in campionato, di vittorie e il simbolico titolo di campione d’inverno (che mancava dalla stagione del 1989-90) sono stati, tuttavia, gli unici successi dell’allenatore toscano poi passato ad allenare il Chelsea.
Di contro, il Napoli ha deciso di fare un salto di qualità anche dal punto di vista di prestigio internazionale, attraverso la nomina in panchina di Carlo Ancelotti: il divario tecnico-tattico con la Juventus non è stato colmato, anche se il Napoli ha mantenuto stabilmente il secondo posto e ha proseguito il suo cammino europeo in Europa League, dopo l’eliminazione in Champions League in un girone combattuto fino alla fine con Liverpool e Paris Saint Germain.