Il trequartista rossonero si trova di fronte ad un bivio importante della sua carriera e nei prossimi giorni sarà chiamato a fare una scelta.
Il Milan non riparte contro la Salernitana e spreca un’occasione per raggiungere i cugini nerazzurri al secondo posto. In un turno di campionato in cui tutte le concorrenti per la corsa alla Champions League non riescono a trovare i tre punti, il Milan è la squadra che deve mangiarsi le mani, più di tutte.
Gli indizi per tornare alla vittoria c’erano tutti: un avversario tutt’altro che irresistibile, le mura amiche di San Siro e una gara messa in discesa dal gol di testa di Olivier Giroud (dodicesimo centro stagionale). E invece una disattenzione difensiva costa molto cara, perché Boulaye Dia non è il tipo di giocatore che perdona, negli ultimi mesi.
E così, invece di ritrovarsi alla pari con l’Inter e mettere una distanza di sicurezza tra sé e la Roma, il Milan esce dal posticipo serale con più dubbi che certezze. Il primo riguarda la difesa con 23 gol subiti nelle ultime 17 di Serie A, più di un gol a partita.
Tanti, troppi se allo stesso tempo realizzi lo stesso numero di reti. Una differenza reti nulla che ha portato a soli 25 punti racimolati (su 51). Una media punti di 1,47 che se rapportata su 38 partite fa 55-56 punti. Il posto tra le prime quattro sarebbe già compromesso se, contemporaneamente, le altre contendenti non avessero avuto un rendimento simile.
Con uno scudetto già da tempo scucito dal petto, un’eliminazione dalla Coppa Italia e la batosta subita in Supercoppa, alla squadra di Stefano Pioli non resta molto altro che la speranza di arrivare il più avanti possibile in Champions. L’ostacolo Tottenham è stato superato e adesso sfide più insidiose attendono i rossoneri.
Potrebbe essere un derby italiano o una supersfida, fatto sta che quando arrivi tra le prime otto d’Europa non esistono partite facili. Sognare al momento è troppo presto, ma resta anche l’unico modo per guardare questa stagione con un briciolo di pathos. L’alternativa è sperare di essere il primo dei secondi, a notevole distanza, non una grande consolazione per la squadra campione d’Italia in carica e da cui si aspettava ben altro campionato.
In una squadra che viaggia tra alti e bassi, uno dei giocatori che sta mantenendo un rendimento costante è Brahim Diaz. Il giocatore in prestito dal Real Madrid è partito come riserva in questa stagione, ma lo scarso rendimento di De Ketelaere e le sette reti prodotte (5 gol e 2 assist) hanno fatto cambiare idea a Pioli.
Il nativo Malaga si trova davanti a un bivio della sua carriera, non solo per il suo futuro tra Milan e Real, ma anche per quanto riguarda la nazionale maggiore. Il suo secondo nome è infatti Abdelkader, dato dal padre marocchino. Diaz deve scegliere se continuare la sua avventura con la Spagna, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili, oppure scegliere il Marocco.
Il ct della nazionale arrivata ai Mondiali in Qatar ha ammesso di averlo incontrato recentemente a Milano e di attendere sue risposte. Brahim vuole attendere prima le convocazioni del nuovo allenatore della Spagna, prima di prendere una decisione. De La Fuente è stato colui che lo ha convocato nelle giovanili della Roja. La risposta potrebbe arrivare entro fine settimana.