E’ un capitano in scadenza di contratto. Normale che ogni occasione è buona per parlare del Tucu Pereyra e del suo futuro legato a Udine.
E’ stato uno dei migliori, soprattutto nel primo tempo, di Udinese-Lazio: ha messo in grande difficoltà la retroguardia di Sarri duettando con Beto e Lovric, prima di calare, come tutti i bianconeri un po’ nella ripresa.
Sconfitta di misura, alla fine. Sconfitta, la prima in casa contro una big, aspramente criticata dai bianconeri, letteralmente furiosi per il rigore concesso da Pairetto per un presunto fallo di Immobile. Che lo stesso centravanti ha trasformato, spiazzando l’ottimo Silvestri.
Marino a fine gara è stato eloquente. “Il rigore è una chiara simulazione – tuona il direttore sportivo dei friulani – siamo arrabbiati, inferociti. Una gara che era in bilico, in equilibrio, è stata decisa da un rigore che non esiste nei canoni, nei regolamenti. Ci dispiace che tra arbitro in campo e Var non s’è riuscito a correggere l’errore“.
La Lazio ha risposto, per par condicio, tramite Roberto Rao, responsabile della comunicazione biancocelester. “Le dichiarazioni del direttore Marino sulla simulazione di Immobile – si legge in uno stralcio della nota – sono da ritenersi inaccettabili”. Con tanto di post al vetriolo su twitter correlato dal video degli highlights e una dida eloquente: “parole, parole, parole“.
Ma al di là della guerra dialettica fra Udinese e Lazio, Pierpaolo Marino è intervenuto proprio sul capitano dei friulani, che a giugno va in scadenza e non ha ancora rinnovato. A questo punto la domanda sorge spontanea: rinnoverà mai?
Marino non scioglie i dubbi, ma tra le pieghe delle sue parole, inevitabile un profumo di addio a fine stagione con il centrocampista argentino: “Con lui parliamo continuamente perché ha con la famiglia Pozzo un rapporto ultradecennale ma soprattutto ottimo – spiega Marino – Pereyra ha un’età nella quale si devono fare dei ragionamenti e si faranno insieme, ma comunque vada non ci sarà una chiusura traumatica”.
Nessuna chiusura traumatica, dunque. Una frase che lascia presagire un inevitabile addio con quell’Udinese che lo prese nel 2011 per circa due milioni di euro dal River Plate. E lo riprese nel 2020 dopo che il Tucu aveva provato una lunga esperienza nella Juventus e una breve parentesi al Watford.
Nell’anno dello scoppio della pandemia da Coronavirus, Roberto Pereyra firmò un triennale e in questi anni è diventato leader dello spogliatoio e capitano dell’Udinese in campo. A trentadue anni compiuti a gennaio, forse l’ultima grande possibilità di militare in una big. Magari in Champions League con una delle due semifinaliste, l’Inter, il club che da tempo sta ammiccando al Tucu. Questo lo scenario più probabile ad oggi.