Per una porta che si è chiusa, forse un po’ sbattuta in faccia, un portone che si potrebbe riaprire per Luis Enrique.
Un fine 2022 da dimenticare per l’ormai ex commissario tecnico della Spagna, troppo sicuro delle sue scelte, sia prima con convocazioni che hanno fatto discutere (anche per il suo noto anti-madridismo) creando non pochi malumori, sia durante la manifestazione qatariota, dove la Spagna parte fortissimo ma finisce subito senza benzina.
Il debutto ai Mondiali è da urlo. Vuoi per l’avversaria, un Costa Rica tutt’altro che performante e competitivo, vuoi per l’unica giornata buona delle Furie Rosse in tutta la kermesse iridata, finisce con un 7-0 che porta in auge la Roja, addirittura come uno dei papabili campioni del mondo. In realtà, un fuoco di paglia.
Già il big match contro la peggior Germania mai vista a una fase finale del Mondiale, che riesce a rimontare la rete di Morata con Fuellkrug nel finale, fa capire che la Roja di Luis Enrique tutto è, fuorché una squadra da temere.
La conferma arriva con il Giappone: la rete di Morata illude tutti, Ritsu e Tanaka ribaltano il risultato, costringendo la Spagna addirittura a qualificarsi come seconda.
Agli ottavi c’è il derby iberico contro un Marocco che si barrica in difesa, la Spagna non sfonda, servono i rigori: le Furie Rosse non ne segnano uno ed escono clamorosamente dal Mondiale. Il divorzio da Luis Enrique è immediato. Si riparte da Luis De La Fuente.
Il flop mondiale, però, ha una conseguenza, quella di rendere libero e corteggiato un signor allenatore, dal carattere un po’ così ma molto preparato. Così nel valzer delle panchine europee di giugno, il buon Lucho (così come lo soprannominavano ai tempi della Roma) potrebbe tornare a ballare.
Il suo nome è stato accostato a quello di un Atletico Madrid che ad oggi non sa se continuerà con Diego Simeone, oppure no. C’è chi dà per certo Luis Enrique alla guida dei Materassai del Manzanarre, a tal punto che starebbe già facendo campagna acquisti. Attenzione, però.
Sempre dalla Spagna, dalla nota trasmissione de El Chiringuito, arriva una suggestione sì, ma fino a un certo punto. Lo spagnolo piace tantissimo al Manchester City, a tal punto che qualcuno lo avrebbe indicato come successore di Pep Guardiola, nel caso in cui il catalano dovesse decidere di andare via. Insomma, una corsa a due tutta da vivere.