Il Mancio l’ha fatta grossa, sia in accezione positiva portando in Nazionale uno che la butta dentro, sia in termini negativi per tutti quelli a cui non piace un’Italia con gli oriundi.
Parlando di campo e di numeri, l’arrivo di Mateo Retegui in maglia Azzurra, è stata una manna dal cielo.
L’attaccante del Tigre, in prestito dal Boca Juniors, è andato subito a segno al debutto contro l’Inghilterra, Gol inutile a conti fatti visto la sconfitta di Napoli, ma ora abbiamo un goleador.
Due indizi non faranno una prova, ma l’attaccante di San Fernando, classe 1999, in possesso della cittadinanza italiana per discendenza, grazie al nonno materno originario di Canicattì, si è ripetuto anche con Malta: due partite, altrettanti gol.
“Non pensavamo ci dicesse di sì, può migliorare molto. E’ giovane, ma è una speranza per noi. E’ un centravanti classico, molti lo paragonano a Denis, io non voglio dire una cosa esagerata ma mi ricorda Batistuta quando arrivò in Italia”.
Mancini pone grandi aspettative sull’italo-argentino e minimizza, invece, sulla questioni oriundi. “Una polemica senza logica quella sugli oriundi in Nazionale. Avete mai provato a fare una lista di attaccanti italiani convocabili in azzurro? I giocatori non ci devono rimanere male, devono giocare e fare gol, se li fanno e fanno bene noi li chiamiamo”. Il Mancio mette le cose in chiaro, a margine della presentazione, presso la sede della Figc a Roma, del rinnovo della partnership tra Figc e TIM.
“Non è più semplice per noi chiamare un giocatore dall’altra parte del mondo – spiega – ma tutte le nazionali lo fanno, se noi abbiamo la possibilità di chiamare giocatori che giocano in Italia siamo contenti”. Ma non è detto che non arrivino altri oriundi. Italo-argentini magari.
“Ho parlato con qualcuno, non farò nomi, ma bisogna stare sereni, allenarsi e aspettare l’opportunità giusta. O crearsela. Io sono molto contento di ciò che sto vivendo”. Matero Retegui si gode il magic moment e, probabilmente, un’asta scattata nel momento in cui ha segnato in Azzurro al debutto nelle Qualificazioni a Euro 2024.
“Con Mancini parlo in italiano, lo capisco bene – dice l’attaccante italo-argentino, in uno stralcio di un’intervista rilasciata a Tyc Sport – ho solo un po’ di timore nel parlarlo, devo solo studiare un po’, togliermi la paura e iniziare a parlare”.