Spalletti non è più l’allenatore del Napoli. Ma ci sono altre situazioni in bilico in Serie A: da Mourinho a Gasp, passando per Sarri.
La panchina del Napoli attualmente ha un posto vacante dopo il definitivo botta e risposta tra il presidente Aurelio De Laurentiis (“Lo lascio libero”) e il tecnico di Certaldo (“Sono stanco, mi fermo un anno, non allenerò“). Ma seppur non come nella passata stagione, ci sono altre situazione che devono essere chiarite in Serie A.
Meglio togliere di mezzo Max Allegri, ma solo per un motivo, che altri non è che ufficiale. La nuova governance della Signora non ha mai messo in dubbio la prosecuzione del suo progetto si rinascita, senza Max. Meglio concentrarsi sulla Roma, attesa dalla finale di Europa League contro il Siviglia, ma più in generale coi dubbi legati a un Mourinho sempre tagliente nei confronti dei Friedkin.
La forte sensazione è che allo Special One non vada per niente bene la strategia di mercato di una società silente, ambiziosa a parole, non certo negli investimenti di una rosa non competitiva rispetto a Napoli, Inter e, volendo, Milan. Mou cerca altro, e se non glielo darà la Roma, andrà via, con o senza Europa League. Non a caso il suo nome è tra i papabili nuovi allenatori del PSG.
A Roma potrebbe arrivare, stavolta per davvero, Gianpiero Gasperini che ha messo in forte dubbio la sua permanenza a Bergamo, dove ha scritto pagine di storie mista a leggenda nei suoi sette anni in nerazzurro. Ma c’è un’altra panchina non salda. Volendo anche un po’ a sorpresa.
“Io sono venuto qui di mio, lo stipendio che ho accettato qui non lo avrei accettato da nessun’altra parte. Ho avuto l’impressione di tornare a fare calcio in maniera pura, negli ultimi due anni ho fatto fatica in questo”.
Le parole di Maurizio Sarri aprono un mondo, soprattutto per quelle parole soltanto accennate durante la stagione, ma che tornano a rimbombare in una parte della Capitale, dopo le dichiarazioni tra le colonne de Il Messaggero.
“Parliamo col presidente, vediamo che macchina si può avere”. Gli indizi ci sono. E sono abbastanza chiari. Sarri vuole certezze, e se non è un aut aut, poco ci manca. “Sentiamo le idee e se siamo tutti con le stesse come lo scorso anno, allora si va avanti tranquillamente. Non ho intenzione di lasciare la Lazio, ma neanche di fare cose che non mi stanno più bene”. Palla a Lotito, dunque.
Serve una Lazio di nome e di fatto per la Champions League. Una Lazio per Sarri, che si aspetta un salto di qualità e quella profondità di rosa che non ha, e chissà se il presidente gliela metterà a disposizione.