Tra convinzione e scaramanzia l’Inter si avvicina a grandi passi alla finale di Champions League del giugno contro lo squadrone di Pep.
Che il Manchester City potesse arrivare in orario per il 10 giugno, si poteva immaginare. OK, la Champions League è una competizione talmente pazza, incerta e indecifrabile, che si gioca sui dettagli, che sfugge a ogni pronostico, ma basta guardare le quote di ora e in quanti si erano giocati i Citizens all’inizio, per capire che non si tratta certo di una sorpresa.
Chi ha sorpreso è senza ombra di dubbio l’Inter, che per molti, bookmakers compresi, non doveva neanche superare il girone di ferro con Barcelona, Bayern Monaco e Viktoria Plzen. In effetti l’esordio lasciava presagire proprio questo.
Inter battuta 2-0 in casa dai campioni di Germania, per molti era in dubbio addirittura la “retrocessione” in Europa League. Invece la Beneamata ricalibra tutto andando a vincere, proprio 2-0, in Repubblica Ceca. E’ inizio di una splendida favola.
Successo di misura contro il Barcelona a San Siro: strameritato, con l’unica “fortuna” di aver preso i blaugrana nel loro peggior momento. Ma il 3-3 del Camp Nou (al termine di un match dominato per larghi tratti) fa capire dove può arrivare la squadra nerazzurra di Simone Inzaghi. Altro clean sheet con il Viktoria Plzen, travolto 4-0, tre punti in cascina con annesso pass per gli ottavi.
Il Porto è una trappola, statisticamente i portoghesi sono sempre stati ostici per le italiane (per info chiedere a Roma e soprattutto alla Juve) e in effetti al Meazza si soffre da matti, rischiando più volte di capitolare, ma portando a casa un preziosissimo 1-0 made in Lukaku. Sofferenza anche al ritorno del Do Dragao, ma l’Inter sa anche soffrire: si scrive pari (0-0), si legge vittoria.
Ai quarti c’è il Benfica, la rivelazione della Champions League, la migliore squadra della fase a gironi, annichilita però al Dal Luz, il 2-0 non rende in pieno la super prova dei nerazzurri. Il ritorno è una passerella, solo sul 3-1 l’Inter stacca la spina, ininfluente il 3-3. Così si arriva all’Euroderby con vista Istanbul. La pratica Milan viene sbrigata in meno di dieci minuti, con quel mortifero uno-due griffato Dzeko-Miki. Neanche al ritorno il Diavolo dà mai la sensazione di poter riaprire la qualificazione. Così si arriva al cospetto di Pep.
Per la sfida contro il Manchester City, l’Inter ha deciso, col placet della UEFA, già la sua maglia per la finale, quella nerazzurra, anche se chi gioca formalmente in casa sono i Citizens. E’ la stessa indossata a Madrid tredici anni fa, e sappiamo tutti come è andata a finire.