Scudetto al contrario: il significato della scelta dei tifosi del Napoli | Ecco cosa vuol dire
Mille modi di festeggiare uno scudetto. C’è chi lo fa in grande stile, chi non perde l’occasione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. A Napoli, per il terzo scudetto, i due modi si fondono.
Non capita molto spesso di poter scegliere quando vincere uno scudetto. A Napoli hanno avuto anche questo privilegio, grazie a un campionato dominato in largo e in lungo, complice anche una resa inspiegabile di tutti i competitor, che non toglie niente all’impresa di Luciano Spalletti.
I più nostalgici, anche un po’ eterni scontenti, avrebbero voluto avere l’aritmetica certezza del tricolore nel derby con la Salernitana. La cartina di tornasole sta tutta in quell’esultanza al gol di Olivera, capace di registrare una scossa di terremoto di secondo grado della scala Richter. Ma poi Dia ci ha messo lo zampino: quel derby è finito 1-1, così il Napoli si è dovuto accontentare di vincere lo scudetto in trasferta, in quel di Udine, per di più in mezzo alla settimana.
A Napoli se ne sono fatti da tempo una ragione. Sono giorni che si festeggia per le strade, nei quartieri spagnoli, un po’ ovunque. Tutti a esultare. Ma c’è chi ha voglia di rivendicare anni di soprusi, insulti beceri, cattiverie gratuite che vanno oltre gli sfottò.
I tifosi della curva B non dimenticano. Così nel giorno di Napoli-Fiorentina, la prima di fatto degli azzurri da campioni d’Italia, al Diego Armando Maradona è spuntano un gigantesco tricolore rovesciato.
Codice ultras
Chi non sa le usanze del mondo ultras, di quel codice non scritto ma che tutti sanno, ha pensato a un errore, d’altronde capita anche alle migliori scenografie da stadio. Ben presto si è capito che non era affatto un errore, ma una protesta in piena regola.
Protesta, come esporre un proprio vessillo al contrario. E’ una norma nel cuore pulsante delle tifoserie, basti pensare agli striscioni al contrario, alle sciarpe esposte al contrario. Ma perché? La risposta è stato trovate grazie a quegli striscioni che adornavano lo scudetto capovolto.
Una doppia provocazione
“Bottino di guerra”. E ancora: “Campioni in Italia”. Sono state le chiave che hanno aperte la spiegazione dietro la scelta di un’intera curva. Il primo striscione spiega praticamente tutto. Sempre nel mondo ultras una delle vittorie più grandi, quasi paragonate a quella in campo della propria squadra del cuore, è proprio quella di rubare i vessilli altrui, per metterli in bella vista, farli vedere, come un bottino di guerra. Appunto.
Anche “Campioni in Italia” è una provocazione, con il ragionamento si fa presto a capire quel sentimenti di esclusioni, di estraniarsi da un mondo che ha sempre rifiutato (a loro detta) il tifoso napoletano. Tutto è rimasto in un clima pacifico, e alla fine va bene così: ci sono mille modi di festeggiare.