Che Zlatan Ibrahimovic avrebbe lasciato il Milan, si sapeva. Ma che l’asso svedese è ormai un ex giocatore, si fatica a metabolizzare.
E’ stata una serata da lacrime agli occhi. Sensazioni forti. Il successo del Milan (3-1 con Giroud e super Leao match winner) contro un Hellas Verona allo spareggio salvezza contro lo Spezia, è passato completamente in secondo piano. E non solo perché il Diavolo era già qualificato per la Champions League che verrà.
Occhi e orecchie erano tutte per lui. Per Zlatan Ibrahimovic, il campione senza il quale il Milan non sarebbe mai tornato sul tetto d’Italia, prima dello scudetto conquistato dal Napoli. L’eroe granitico e tutto d’un pezzo, un Superman come si è definito anche nella notte da lacrime agli occhi, si è sciolto come ghiaccio al sole.
Ha provato a non piangere ma, per sua stessa ammissione, a chi lacrimavano gli occhi di qua, a chi di là, non ce l’ha fatta neanche lui. “È arrivato il momento di dire ciao al calcio, ma non al Milan. Mi avete accolto a braccia aperte e sarò milanista a vita”. Le frasi, ovviamente, sono compassate, dette a fatica, tra un singhiozzo e un altro.
“Non respiro, ma va bene. Ho tanti ricordi ed emozioni dentro questo stadio“. I tifosi dell’Hellas Verona fischiano, Ibra ne ha per tutti: “Fischiate, fischiate che questo è il momento migliore del vostro anno“. Poi le emozioni hanno di nuovo la meglio.
“La prima volta che sono al Milan mi avete dato la felicità, la seconda volta mi avete dato amore. Ringrazio la mia famiglia per la pazienza, poi la seconda famiglia ovvero i giocatori e il mister con il suo staff. Un grazie anche ai dirigenti per l’opportunità che mi avete dato. Inoltre ringrazio dal cuore voi tifosi che mi avete accolto a braccia aperte. Sarò milanista per tutta la vita“.
988 partite e 573 gol in tutte le competizioni. Ma sono quelle 163 partite condite da 93 gol, tutte in rossonero, il focus di Ibra nel giorno del suo addio al calcio.
Nel suo che l’asso svedese non dimenticherà mai, non poteva non ricordare il suo padre putativo, l’uomo che gli ha cambiato la vita, il compianto Mino Raiola. “Tutto ciò che ho fatto l’ho fatto con lui, anche fuori dal calcio. Ero da solo, non avevo qualcuno al mio fianco. Sono molto riservato delle mie cose, con Mino le ho divise”.
Fatica a parlare Ibra, per uscirne non resta che una battuta che fa suscitare sorrisi, in perfetto stile Ibra: “Se fosse per lui continuavo a giocare a calcio perché voleva la commissione… Scusa Mino, ma è la verità“. Applausi e giù risate. Questo è stato anche Ibra.