Si è svegliata un po’ tardi in campionato. Troppo tardi. Non inganni il 6-0 di Verona all’Hellas. In casa Inter ci saranno tanti divorzi a fine anno. Uno in particolare.
Doppietta del Toro Lautaro Martinez, idem per Dzeko. La passerella del Bentegodi sbloccata da un goffo autogol di Gaich, la perla di Calhanoglu. Et voila, il terzo indizio fa una prova.
Dopo il 3-0 di Empoli e l’importantissimo 3-1 del Meazza, il turno infrasettimanale ha regalato il terzo successo di fila all’Inter. Un successo che evidenzia tre cose: due positive e una super negativa.
La prima, più importante, è lo stato di forma della Beneamata, arrivata al top nel momento topico di una stagione che l’ha vista mettere in bacheca la Supercoppa, a Riad per di più contro gli odiati arci-nemici del Milan sportivamente parlando.
E potrebbe regalargli ancora due trofei: la Coppa Italia (Fiorentina permettendo) e la Champions League (Milan prima e una fra Manchester City e Real Madrid permettendo).
La seconda notizia positiva sta in quelle 12 reti nelle ultime tre uscite di campionato, a dimostrazione che l’attacco a disposizione di Simone Inzaghi non è secondo a nessuno, sia per la quantità di punte nate per segnare, sia per la qualità. E qui entra in gioco l’aspetto negativo.
Nonostante i tre successi di fila, l’Inter è sì balzata al quarto posto (l’ultimo utile per un posto nella Champions League che verrà, senza obbligatoriamente doverla vincere) ma è pur sempre a una distanza siderale dal Napoli. Francamente inspiegabile, quando hai un parco attaccanti del genere, ma anche un centrocampo del genere dopo uno fra Barella, Calha, Brozo e Miki deve per forza partire in panchina, e al massimo entrare a gara in corsa.
Anche in difesa l’Inter non ha che l’imbarazzo della scelta: quella distanza dal Napoli è un’onta troppo grande per la società, a quanto pare. Allo stato attuale delle cose, fra l’Inter e Simone Inzaghi dovrebbe essere comunque divorzio a fine stagione.
Tuttosport è convinto che quel rinnovo non sia sul tavolo della dirigenza nerazzurro. “L’unico imbarazzo lo porterebbe la conquista della Champions e, in quel caso, in molti dovrebbero cospargersi il capo di cenere all’Inter. In primis Steven Zhang che mai è andato al di là dei complimenti di rito fatti all’allenatore dopo ogni euro-qualificazione”.