Vuoi per lo stile dei personaggi in questione, sempre molto sibillini. Vuoi perché non c’è sta nessuna presa di posizione presidenziale netta, il futuro di Spalletti a Napoli non è ancora chiaro.
Luciano Spalletti è un tecnico molto preparato, rispettato, ammirato. Perché quando prendi il Napoli, lo fai giocare per lunghi tratti della stagione meglio di chiunque altro in Europa, con tanto di attestati di stima da parte di un certo Pep Guardiola che quest’anno può eguagliare uno storico treble ottenuto solo da Sir Alex Ferguson in Inghilterra ai tempi del Manchester United, non gli si può dire altro.
Ma in comunicazione non si può dire che l’allenatore che riportato lo scudetto a Napoli eccella per chiarezza.
Sempre molto suscettibile in tema di critiche, sempre molto sibillino nella sua dialettica: Luciano Spalletti tutto è fuorché un allenatore passionale. Emoziona in campo per il mondo in cui fa giocare le sue squadre, fuori un po’ meno. Molto meno.
Aurelio De Laurentiis, invece, è un imprenditore che ha capito da tempo immemore di essere un vincente. E non fa mai nulla per nasconderlo e farlo intendere a chiunque: lui è il presidente, e si devono seguire certe regole altrimenti quella è la porta, un discorso che vale per chiunque, anche per i figli più o meno adottivi di Napoli.
Un presidente che ha vinto tantissime sfide, una su tutti prenderlo la squadra azzurra dalla C e portarla sul tetto d’Italia. Ma anche con lui ci si capisce poco, diciamo che non ha né il dono della sintesi né la capacità di trasmettere certezze.
Anche nell’ultima cena dove sono stati beccati in un ristorante di Napoli, Dela e Spalletti hanno parlato, quello sempre: tante parole, sorrisi, pensieri a ciò che si è fatto, certamente un qualcosa di straordinario.
Ma nessuno dei due ha risposto sì alla fatidica domanda: Luciano Spalletti siederà sulla panchina del Napoli nella stagione che verrà, quella con il tricolore al petto?
La risposta fondamentalmente la sanno soltanto loro due, almeno per ora. Di certo è che in una Napoli che continua a sventolare il tricolore per strada, è tempo di programmazione. In agenda c’è la conferenza stampa per il ritiro di Dimaro dal 14 al 25 luglio, anche se pure queste date devono essere ancora ufficilizzate.
Ci penserà Dela a spiegare il tutto, per forza, compreso il futuro di un Luciano Spalletti che ha disertato la conferenza stampa, creando più di un dubbio in città. Sono giorni importanti al di là della festa: c’è da capire chi sarà l’erede di Giuntoli: Pietro Accardi dell’Empoli, Ciro Polito che Dela conosce bene per averlo avuto nel Bari, o un altro? Domande su domande, ma ancora nessuna risposta. Chiara e soprattutto ufficiale. Ma quei due sono fatti così.