Il suo smartphone ha cominciato a ricevere un bel po’ di chiamate, da ogni parte d’Europa: Mauricio Pochettino uno degli allenatori più gettonati in questo momento.
Un roccioso difensore, un nazionale argentino per tre anni. Poco altro nella sua carriera da giocatore, prevalentemente in Spagna, insieme al suo amato Espanyol. Di tutt’altro spessore la sua carriera da allenatore.
Chiaramente tutto cominciò (col botto) da Barcelona, dove Pochettino si prese il patentino, da vice Esnal, all’Espanyol. L’ultimo posto in Liga impose al club il cambio dell’allenatore, soluzione interna, fu proprio lui il prescelto, mossa azzeccatissima visto che salvò la squadra all’ultima giornata, grazie al blitz in terra andalusa con l’Almeria. L’Espanyol non ci pensò due volte: contratto triennale. Altre due salvezze, stavolta molto meno sofferte, alla terza fu esonerato dopo un inizio disastroso.
Inizia così la sua spettacolare esperienza in Inghilterra. Salva il Southampton, portandolo la stagione successiva quasi in Europa. Nel 2014 è il nuovo allenatore del Tottenham: debutto da urlo, quinto posto in Premier e finale di Coppa di Lega. E’ un crescendo rossiniano: l’anno successivo è terzo nel campionato vinto dal Leicester. La stagione susseguente addirittura secondo. Nel 2018-19 porta il Tottenham addirittura in finale di Champions.
La sua carriera continua in Francia, alla guida del PSG. Arrivano i primi trofei: Coppa di Francia e “scudetto”, ma quella Champions League è sempre tabù, il suo futuro sarà altrove.
Lo stanno cercando un po’ tutti. In Spagna sono certi che nel caso in cui Carlo Ancelotti dovesse lasciare il Real Madrid, magari per accettare la serrata corte della nazionale brasiliana, Don Florentino Perez starebbe pensando proprio a lui, uno che si ispira al Loco Bielsa e quella visione spettacolare del gioco offensivo che tanto piace all’esigentissimo pubblico del Santiago Bernabeu.
C’è chi lo rivede in Premier, il Tottenham un po’ di nostalgia ce l’ha, e dopo l’esperienza Conte starebbe cercando un identikit diverso da quello dell’allenatore salentino, magari proprio Mauricio Pochettino.
Ma c’è anche chi intravede un futuro in Italia. Che Simone Inzaghi sia in bilico, questo non è certo un segreto. Lo stesso Marotta è stato chiara alla vigilia della semifinale di andata della Beneamata a Torino contro la Juve (1-1): c’è un progetto pluriennale su Inzaghi, ma senza Champions League si cambia il mano.
Da qui l’idea suggestiva quella di puntare su un allenatore straniero. Oltre Mauricio Pochettino, ci sarebbero Diego Simeone o Thiago Motta nella lista dei papabili allenatori dell’Inter.