Il 2023 ha riportato in auge Nole Djokovic, vincitore del primo Grand Slam di stagione, il suo decimo a Melbourne, che gli ha permesso di raggiungere Rafa Nadal lassù.
Complice di ritiro di Re Roger, ora sono Nole e Rafa a primeggiare con 22 trofei del Grand Slam nella leggendaria classifica del GOAT, acronimo inglese per Greatest of All Time, “il/la migliore di tutti i tempi”.
Aspettando il ritorno di Berrettini, uscito fuori dalla top 20 e ora addirittura terzo italiano, magari l’esplosione definitiva di Yannick Sinner, numero uno del tennis nostrano dietro Musetti, la restaurazione messa in atto da Djokovic l’ha riportato al numero uno dell’ATP.
Scende al secondo posto Carlos Alcaraz, il baby prodigio attualmente infortunio, la finale degli Australian Open ha portato sul podio il greco Stefanos Tsitsipas, che precede ora Casper Ruud di circa quattrocento punti.
Quinti Andrey Rublev, solo sesto Rafa Nadal. Settimo posto per Felix Auger-Aliassime. Taylor Fritz, Holger Rune e Hubert Hurkacz compongono il primo podio del nuovo anno, dopo i classici Australian Open che in pratica danno il via a una nuova stagione dello sport per antonomasia con la racchetta.
Chi scalpita ma senza rischiare in questo nuovo anno è Fabio Fognini, alle prese con una brutta frattura-intra articolare della falange, una noia al piede sinistro che in pratica gli ha fatto saltare Melbourne. “Non voglio rischiare, per questo spero di rientrare per Buenos Aires, un appuntamento a cui tengo molto. Il successo di Nole? E’ il più forte e i numeri lo dimostrano – assicura – ma è anche il meno amato dei Big Three: Rafa e Roger hanno scritto la storia di questo sport”.
Un’intervista fiume per il 35enne sanremese al Corriere dello Sport, l’unico tennista italiano a essere entrato nella top 10 in entrambe le specialità, singolo e doppio, fra l’altro lui gli Australian Open li ha vinti in coppia con Bolelli nel 2015, si confida. Con un sogno nel cassetto da realizzare, prima del suo ritiro.
“Prima di salutare – continua Fabio Fognini – desidererei vincere un altro torneo per arrivare in doppia cifra. Non mi interessa tanto la città né il tipo di torneo, se un 250 o un 500, ma dimostrare a me stesso di essere ancora un giocatore competitivo ad alto livello“.
Sarebbe il suo decimo in carriera dopo quelli tedeschi di Stoccarda e Amburgo, Viña del Mar e Umago, Gstaad, San Paolo, Bastad, Los Cabos e soprattutto Montecarlo nel 2019.